No desertificazione, strategie diverse nei piccoli paesi

O si fa qualcosa o si muore. I paesi più piccoli della provincia di Avellino lo sanno fin troppo bene e negli ultimi tempi i sindaci stanno provando a invertire un trend demografico costantemente negativo. Con ricette diverse, ovvio. Ma proprio per questo l’argomento entra nel dibattito politico-amministrativo. Diverse filosofie, approcci contrastanti a seconda degli esempi. In Irpinia sembrano venir fuori diverse scuole di pensiero. C’è chi vuole far cassa subito, a qualunque costo. Chi investe a medio-lungo termine. Per il momento il trend negativo resta, segno che per invertire la rotta nessuno può giocare in solitaria. Ma anche espressioni come “fare rete tra i comuni” non sempre vengono ritenute valide da tutti gli amministratori.

Cairano è stato uno dei primi a diventare simbolo dei “piccoli comuni”. In principio fu la manifestazione 7x, con Franco Arminio animatore. Lo scrittore abbandono’ il borgo non senza polemiche. Cairano ha trovato in seguito uno sponsor importante, per fondi e immagine, nel concittadino Franco Dragone. Ma gli eventi estivi e le scuole di teatro non bastano e non potevano bastare a far restare più o meno giovani in un paese difficilmente raggiungibile, anche se non particolarmente isolato. E allora è in atto una sorta di rivoluzione culturale. Case ristrutturate, decoro urbano migliorato con il coinvolgimento dei cittadini stessi. E soprattutto borgo “adottato” da influencer d’eccezione, vedi il sociologo Enrico Finzi. La filosofia è questa: Cairano non sarà mai adatta al turismo di massa, meglio puntare sulle nicchie in grado di promuovere il paese con il passaparola e una pubblicizzazione su circuiti mirati. Basterà? E’ un investimento a medio termine, per il momento il paese resta fermo a poco più di 300 abitanti. Il Comune aveva fatto richiesta per ospitare un impianto di compostaggio a valle, in un’area Pip. Poi lo stesso sindaco Luigi D’Angelis ha ritirato tale disponibilità.

Monteverde, poco meno di 800 anime, decisamente più isolato dal resto della provincia sia per la localizzazione che per le strade disastrate, puntò molto sulla promozione e sulla cultura. Fu eletto secondo borgo più bello d’Italia nella trasmissione “Alle Falde del Kilimangiaro”. E da anni ospita “Il grande spettacolo dell’acqua” sulle sponde del lago-diga San Pietro. Numero di visitatori a quattro zeri durante l’estate. Ma d’inverno è durissima, per Monteverde e per molti altri. Così il sindaco Franco Ricciardi decise in una burrascosa conferenza stampa di puntare sull’eolico anche per far cassa. Scatenando l’ira dei comitati. “Ora sarebbe imminente – accusa la minoranza – l’installazione di altre torri eoliche

Chianche è lontanissima da Monteverde, si trova tra le terre del vino. E ha deciso di agire nel breve termine perché si fida poco di certa politica (anche la famosa rete di prima). Il sindaco del paesino ha infatti aderito al progetto regionale per la costruzione di un impianto di compostaggio e non intende fare passi indietro su rifiuti nonostante il pressing di colleghi, ambientalisti, politici, produttori di vino. In un’intervista a Il Ciriaco si può leggere il suo punto di vista. Condivisibile o meno, quella di Grillo è senza dubbio una posizione fuori dal coro. Da segnalare il fatto che il Comune abbia promosso un progetto Sprar, gestito dalla Caritas diocesana di Benevento, iniziato con 25 immigrati con un numero che è andato ad aumentare leggermente nel corso dei mesi.

Altri Comuni, vedi Zungoli o Trevico (nella foto a destra), hanno puntato molto sulla cultura. Tra festival, cinegustologia e paesologia i due borghi – entrambi di circa 1000 abitanti – hanno avuto un po’ di visibilità. Ma non parliamo di grandi cifre, neanche lontanamente. Tuttavia, facciamo l’esempio di Trevico, le potenzialità non mancano. C’è la casa di Ettore Scola e una cattedrale che se fatte entrare in un circuito di cinema potrebbe portare qualche frutto. Queste idee sono in una fase iniziale ed è ancora presto per parlare di successo o fallimento.

Ci sono altre realtà che come Chianche hanno puntato molto sull’ospitalità, sui rifugiati inseriti in un progetto Sprar. Il Comune di Petruro Irpino, che non arriva a 400 abitanti, sembra un luogo felice sia per i rifugiati che per le famiglie stesse del paese. “Qui si superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche delle misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico“, scrive la cooperativa che gestisce il centro, la Caritas di Benevento. Ma il centro Sprar di Petruro è diventato un modello anche su scala nazionale.

La ricetta utile e comune per ogni realtà non esiste. Non tutti possono obiettivamente ragionare di turismo per intenderci. Nella valle del Sele il quadro è un po’ diverso e per certi versi migliore. Il borgo di Quaglietta, che fa parte del comune di Calabritto ma che fino al 1927 era autonomo, avrà un albergo diffuso in un’area – tra le sorgenti di Caposele, il santuario di San Gerardo e il complesso termale di Contursi – che vede passare un buon numero di turisti e pellegrini: all’incirca un milione di persone all’anno. Tuttavia questo albergo avrà un costo non indifferente: 20mila euro annui. Staremo a vedere chi farà la grande scommessa perché qui, in provincia di Avellino, le certezze sono poche.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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