IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

Nulla di fatto ieri a Nusco per i lavoratori della ex Almec. Un gruppetto di ex tute blu si è ritrovato ieri mattina davanti al Municipio nuscano. Chiedevano un incontro con gli amministratori, con il sindaco Ciriaco De Mita, affinché prendesse le loro parti nella controversa vicenda che li vede protagonisti. L’incontro non c’è stato e Sergio Scarpa, segretario provinciale Fiom-Cgil, ha già annunciato un altro sit-in giovedì mattina.

Gli ex Almec sono finiti in mobilità dopo il fallimento azienda dell’area industriale di Nusco. Sono oltre 100 lavoratori. Per alcuni di loro gli ammortizzatori sono scaduti già da un anno, per altri da qualche mese. Alcuni ne godono ancora. Ora una quarantina di questi operai sta chiedendo alla nuova proprietà, la Sira della famiglia Gruppioni, di assumerli sulla base della promessa, fatta quando lo stabilimento venne acquistato, di riassorbire gradualmente tutto il personale.

Ma l’azienda in questa fase preferirebbe aprirsi ai giovani, potendo beneficiare di agevolazioni. “La complicità della vertenza risiede nel fatto che gli stessi lavoratori hanno accettato di operare un solo giorno a settimana, pur di avere un minimo di occupazione“, riferisce Scarpa. Una disponibilità che consentirebbe di coprire i turni nel weekend. Gli ex Almec, per i quali le porte del loro vecchio stabilimento restano chiuse, però protestano. Sono quaranta-cinquantenni, spesso padri di famiglia.

Schiarita invece per i lavoratori della Rsa di Nusco. Siglato lunedì l’accordo migliorativo del contratto di lavoro tra sindacati e Kursana, l’azienda che gestisce la residenza sanitaria per anziani. Fino ad agosto 2019 salvi venti lavoratori su 46. Per adesso ci sono 45 pazienti, la Asl farà arrivare pazienti con dimissione protetta. Doppio incontro ieri ad Avellino e Nusco con nCgil, Cisl, Uil e Ugl che hanno incontrato nuovamente Asl e azienda, con la mediazione del Prefetto Maria Tirone. Con l’aumento dei pazienti assistiti aumenteranno anche le ore lavorative: dalle 29 alle 31 settimanali. Lavoratori soddisfatti dopo 5 mesi di inferno.