“Le aree interne sarebbero a rischio con il sì“. Lo sostiene il Movimento Cinque Stelle, che sabato ha fatto tappa a Morra De Sanctis e Lioni con una marcia tra i due paesi. C’era il deputato e membro del direttorio nazionale, Carlo Sibilia, e il magistrato Ferdinando Imposimato.
Sibilia: “Soprattutto in un’area come questa mi preme sottolineare le gravi ripercussioni su autonomie e comunità locali. La riforma allontana le scelte dei cittadino. C’è per esempio la clausola di supremazia. Il Governo avoca a sé qualsiasi decisione, se strategica, facente parte del territorio. Supponiamo che domani mattina servisse per emergenza una dscrarica, deciderebbe il Governo d’arbitrio. Si sceglie l’area di interesse come l’ultima lista di siti. Viene militarizzato e si realizza qualcosa che non viene condiviso con le persone. Se prima l’argine era già labile, visto come si sono comportati i politici, oggi l’argine non ci sarà più. In un’area depressa come l’Alta Irpinia la riforma incide ancora di più se parliamo di questi temi. Energia, acqua: l’area potrebbe essere depredata e messo a disposizione dello Stato o delle multinazionali“.
E sempre per Sibilia l’attuale assetto tra competenze è stato voluto: “Oggi assistiamo a una confusione istituzionale, a volte a un rimpallo di responsabilità sulla decisione. Questo però deriva da modifiche scellerate fatte negli anni addietro. C’è difficoltà di interpretazione del titolo quinto. La legislazione è confusa proprio per non fare nulla, poi arriva l’accetta di turno e decide comunque lo Stato per sfruttare un territorio“.
Poi lo stesso deputato parla a margine della presenza del Movimento in Alta Irpinia, rispondendo a una domanda sul radicamento del partito che ancora non è soddisfacente. “Non siamo scomparsi, ma la presenza si realizza solo con i cittadini. Da oggi sicuramente inizieremo a girare di più. Oggi c’è bisogno di ricollegare questa provincia, scollegatissima. Prendi oggi… impossibile arrivare qui con un mezzo pubblico. Bisogna difendere e non fare in modo che le multinazionali continuino a depredare. Se questa zona deve diventare insediamento futuro delle multinazionali dell’energia noi non ci stiamo. Cultura, agricoltura e turismo: questo è il progetto che noi abbiamo sull’Irpinia“.
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