Di Giuseppe Del Re, ingegnere ambientale
Nelle ultime ore, si sta sviluppando un dibattito – che assume toni piuttosto accesi – sull’ipotesi di localizzazione a Conza di un Impianto di Trattamento della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU). In particolare a molti risulta incomprensibile la posizione di Legambiente Campania e del Sindaco di Calitri, Michele Di Maio. Buona parte delle preoccupazioni derivano, credo, da una confusione sulla tipologia impiantistica di cui si parla.
Qual è la differenza? Negli impianti di Compostaggio convenzionali, la FORSU viene degradata – da parte di colonie batteriche aerobie, in presenza d’aria, per favorire la quale si provvede al rimescolamento continuo nelle aie di compostaggio. Queste fisiologicamente diffondono in aria cattivi odori, aerosol di colonie batteriche, etc. Quando non viene garantita la quantità d’aria necessaria, i rifiuti vanno in anaerobiosi e si sviluppano ulteriori cattivi odori. L’interesse del gestore è produrre compost, ma è notorio che il compost è praticamente un prodotto ideale. Il vantaggio economico è la riscossione della tariffa di smaltimento.
Invece, gli Impianti di Digestione Anaerobica funzionano evitando la presenza di aria: altre colonie batteriche in anaerobiosi degradano la sostanza organica, sviluppando il cosiddetto Biogas – miscela al 67% medio di Metano – e acido solfidrico. Un impianto anaerobico produrrebbe cattivi odori se non fosse stagno, ma se non fosse stagno non sarebbe in anaerobiosi. L’interesse economico del gestore è produrre biogas, e quindi di mantenerlo in anaerobiosi. I cattivi odori, quindi, sono il problema degli impianti aerobici non di quelli anaerobici. Inoltre, il Biogas prodotto è evidentemente un vantaggio economico per la collettività, mentre il compost resta quesi sempre nei magazzini, perché quasi mai conforme alle norme.
Quanto alla allocazione più conveniente, sembra evidente che un impianto industriale, qual è quello di Digestione Anaerobica, andrebbe collocato in aree industriali (è la posizione di Legambiente Campania, e del Sindaco di Calitri Michele Di Maio) e, per ridurre i costi, il più possibile vicino ai luoghi di maggior produzione. Purtroppo, da quello che risulta, mentre i Comuni altirpini sono ormai quasi tutti stabilmente oltre il 65% di raccolta differenziata, il Capoluogo di Provincia si ferma al 46%. Lo STIR di Avellino va in crisi anche per questo.
Infine, un moto di orgoglio: il Circolo Legambiente Alta Irpinia, di cui Michele Di Maio è stato presidente e animatore, si è caratterizzato sempre per un “ambientalismo delle soluzioni”, Questo piccolo Circolo parla di Ciclo Integrato dei Rifiuti dal 1993 (prima emergenza rifiuti in Campania), quando tutti sostenevano la tcnologa delle discariche come la migliore possibile. Credo che un po’ di maggiore attenzione e di approfondimento da parte di tutti non guasterebbe. Un prefisso fa la differenza.
Il Conservatorio di Avellino, presieduto da Achille Mottola e diretto da Maria Gabriella Della Sala,…
Lungo la strada statale 90bis “delle Puglie”, nell’avellinese, Anas ha avviato nuovi lavori di manutenzione…
Oggi, presso la sala del Gamea Cafe di Piazza D'armi ad Avellino, incontro aperto al…
La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Grottaminarda, alle ore 05.38 di oggi…
“L’emigrazione rappresenta il tratto identitario dell’Italia: un fenomeno che ha interessato milioni di persone dai…
“Giovani per la Campania” questo è il titolo dell’evento promosso dal Forum regionale dei Giovani…