IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

Fumata nera in Provincia questa mattina dall’incontro tra il presidente Domenico Gambacorta, Irpiniambiente e una delle aziende private irpine impegnate nella raccolta e smaltimento dell’umido. Il blocco della raccolta e del conferimento nell’impianto Stir di Pianodardine deciso da Irpiniambiente nei giorni scorsi riguarda ben 52 comuni della provincia. Da alcuni di loro, già nella giornata di ieri, è stata avanzata una proposta temporanea per evitare l’emergenza. Ma la proposta riguarda solo una piccola parte del territorio, quello altirpino.

Così questa mattina i vertici della Defiam, azienda serinese, avrebbero dovuto incontrare la società provinciale e il presidente Gambacorta per discutere della disponibilità a utilizzare i loro depositi. Nei mesi scorsi c’era stata una trattativa non andata a buon fine. Inoltre, il bando emesso da Irpiniambiente non aveva raccolto adesioni da parte di nessuno dei cinque privati già operanti sul territorio provinciale con il risultato, complice la chiusura temporanea di Teora e la mancata proroga di Palazzo Caracciolo dell’ordinanza che consentiva di sversare allo Stir, che il sistema è andato in tilt. La Defiam però si è detta indisponibile. In Provincia anche il sindaco di Serino Vito Pelosi.

Situazione quindi sempre più complessa, mentre oggi pomeriggio la maggioranza che sostiene il sindaco di Avellino Paolo Foti dovrebbe bocciare la proposta del gruppo di minoranza “Si può” di ricorrere al Tar contro l’ampliamento dello Stir deciso dalla Regione Campania e chiesto a gran voce dai comitati e dalle amministrazioni di Atripalda e Pratola Serra, e presentare una sua mozione volta a chiedere la bonifica dell’area e la delocalizzazione dell’impianto.

– aggiornamento ore 23 –
Il Comune di Avellino non esclude la possibilità di ricorrere al Tar contro l’ampliamento dello Stir. Dopo una lunga discussione la maggioranza ha fuso la sua mozione con quella del gruppo “Si può”.