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Salvò neonata dopo il sisma, il vigile del fuoco ritorna a Lioni

Dopo 37 anni la voce è ancora rotta, l’emozione viva e arriva come un pugno nello stomaco attraverso la dovizia di particolari con la quale Luciano Tontini ricorda uno degli episodi più importanti della sua vita. Lui è uno dei Vigili del Fuoco che dall’Emilia Romagna, subito dopo il terremoto del 1980, arrivò in Irpinia. A lui si deve la salvezza di almeno tre vite. Sabato 5 agosto tornerà di nuovo a Lioni, nella sala consiliare del Comune: c’era già stato nel 2000, in occasione del Ventennale del sisma del 23 novembre e ci tornerà nelle vesti di scrittore.

“Fiori nelle macerie è una raccolta di episodi cruciali della mia vita – spiega al telefono – Racconto dei passaggi chiave della mia esistenza, intrecciando vita privata e attività professionale”. Il libro sarà presentato a Lioni alla presenza dell’amministrazione e dei Vigili del Fuoco del distaccamento locale. Oltre 30 anni di servizio nei caschi rossi che gli hanno regalato storie vere e forti fatte di sacrificio, sudore e impegno, anche in situazioni di estremo pericolo. Come quella di “Fortunata”, una ragazza lionese oggi 37enne.

La mattina del 24 novembre 1980 Tontini arrivò a Sant’Angelo dei Lombardi e iniziò a prestare servizio di tipo logistico presso il campo allestito sul paese. “Ma sentivo che dovevo scendere a valle, all’ospedale – ricorda – perché pensavo che i giovanissimi militari inviati lì non potevano avere l’esperienza necessaria a fronteggiare una simile emergenza da soli“. Così il vigile del fuoco cesenate il mercoledì raggiunse il “Criscuoli” e tra le macerie sentì piangere.

 

“Chiesi immediatamente ai medici che lavorano lì cosa potesse esserci tra il terzo e il quarto piano. Mi risposero – continua Tontini – che era una sezione dell’ospedale adibita alla nursery. E aggiunsero che era impossibile che ci fossero neonati in vita. Era già trascorso troppo tempo dalla scossa”. Testardo, nonostante la contrarietà dei suoi superiori, decise comunque di scavare. Con il cric di un camion si fece spazio tra le macerie del nosocomio crollato, creando un cunicolo. Avanzando sentiva piangere e le sue forze aumentavano. Raggiunse una culla termica, ne ruppe il vetro e tra le mani strinse il corpo di un neonato.

“Portai fuori quella che capii essere una bambina e ritornai nel cunicolo per recuperare la copertina. Quando uscii di nuovo – aggiunge – la neonata era stata già affidata ai medici per le cure del caso e io ebbi un malore. Qualche giorno dopo, una volta ripreso, mi dissero che in quella porzione di macerie erano state recuperate altre due neonate”. Per anni Luciano ha conservato il ricordo di quei giorni e la coperta recuperata in quei momenti concitati, poi nel corso della trasmissione televisiva “Ultimo minuto” fu riconosciuto dai genitori di Fortunata (il nome con il quale tutti ormai chiamavano la bambina). “Da allora ci siamo visti più volte. Un’emozione grandissima – confessa – come quella vissuta nel 2000 a Lioni quando altre due ragazze vennero a ringraziarmi. Non so descrivere lo stupore e la gioia di quel momento”. 

La vita di Luciano Tontini è rimasta segnata dal terremoto del 1980, come lo è stata la vita di centinaia di irpini. Un legame con Fortunata che ha ispirato il libro, ma ha trovato pure connessione con altri episodi dolorosi della sua esistenza. “Quasi un anno dopo la scossa mia moglie e i miei figli ebbero un incidente. Lei non ce la fece, ma i miei colleghi misero in salvo i bambini – ricorda – So che nulla accade per caso. Ringrazio l’amministrazione comunale per avermi invitato a Lioni di nuovo e la famiglia di Fortunata”. 

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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