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‘Stazione Hirpinia? L’importante è l’alta capacità al Sud’

Senza dubbio le carenze infrastrutturali e la perifericità geografica dell’Irpinia dipendono dalla presenza di un sistema stradale incompleto oltre che dall’assenza di una rete ferroviaria moderna ed efficiente. Già nell’intervento dedicato alla Lioni-Grottaminarda (leggi) avevo sottolineato come i problemi dell’integrazione dell’Irpinia nella più vasta economia di mercato siano connessi alle carenze infrastrutturali, ma anche posto in risalto come negli ultimi anni la Valle Ufita sia al centro di rilevanti iniziative per il potenziamento logistico del traffico merci nel Mezzogiorno.

Come dicevo, sia la Lioni-Grottaminarda che la Tac Napoli-Bari sono opere infrastrutturali prioritarie e tra loro collegate; grandi opere per il Sud che dovrebbero contribuire a rilanciare una delle zone meno sviluppate dell’Italia, creando  connessione tra il territorio e i nodi di trasporto multimodale.

La Tratta Alta Capacità Na-Ba è un’opera dal costo complessivo di 5 mld e 700 milioni di Euro. Un doppio binario, denominato TAC, treno ad alta capacità, collegherà merci e passeggeri tra Napoli e Bari in meno di 150 minuti. Oggi, per percorrere i 150 chilometri che separano Napoli e Bari servono con il treno quattro ore e bisogna scendere a Caserta. Se il treno invece parte da Taranto le ore per raggiungere Napoli, da Bari, diventano sei. La realizzazione dell’opera, quindi, garantirebbe un bel passo in avanti nelle comunicazioni non solo della merci provenienti dal Nord Europa, dalla Spagna e dall’Est Europa ma anche per i pendolari. Insomma, il dubbio sollevato dal ministro Di Maio “Dobbiamo capire se stiamo spendendo soldi per fare opere o se facciamo opere per spendere soldi”, non dovrebbe interessare questi due progetti.

Purtroppo, però, la Tac Napoli-Bari, come d’altronde la Lioni-Grottaminarda, è un cantiere infinito che sconta la lentezza atavica che contraddistingue la realizzazione delle opere pubbliche in queste lande. Il ritardo col quale si va procedendo da anni nella programmazione e realizzazione di queste due opere rappresenta un handicap pericoloso nella stessa prospettiva di interscalarità delle relazioni nord-sud ipotizzate in funzione dei grandi corridoi di traffico inter-europei.

Questi sono problemi che l’attuale Governo eredita dai precedenti che da un lato si sono limitati a proiettare a scadenze sempre più lontane il termine dei lavori e dall’altro hanno troppo spesso assecondato le sollecitazioni localistiche che, nel caso della Tac Napoli-Bari, hanno spinto verso una eccessiva interposizione di fermate intermedie.  E qui si inserisce il problema della Stazione Hirpinia.

Il primo studio di fattibilità del progetto  di RFI e ITALFER prevede che la terza stazione su cinque dell’intera tratta: Napoli, Benevento, Avellino, Foggia e Bari, interessi la Valle Ufita.  La stazione Hirpinia dovrebbe sorgere in un’area a cavallo tra i comuni di Ariano Irpino e Grottaminarda. Su detta area, come detto, convergono già la A14 Napoli-Bari ed il tracciato della Contursi-Termoli, meglio nota come Lioni-Grottaminarda. Ma c’è un altro studio di fattibilità che prevede la realizzazione della stazione nel comune di Orsara di Puglia e la costruzione di un lungo tunnel in Irpinia che parta da Apice e arrivi a Montecalvo. Ora si dovrebbe finalmente decidere quale delle due opzioni sia più condivisibile ed economicamente vantaggiosa.

Già discutere delle opzioni in campo può aiutare a mettere in risalto l’importanza strategica dell’opera, ma il vero problema è un altro. L’afflusso di risorse è ingente e il rischio è che le sollecitazioni delle amministrazioni comunali siano fonte di  confusione oltre che di nuovi sprechi dovuti a inframmettenze clientelari e a interessi localistici.

L’efficienza amministrativa è legata alla risoluzione dei problemi quotidiani come ad esempio il riammodernamento della rete idrica o la manutenzione del manto stradale. La capacità di programmazione e le scelte politiche spettano al Governo col quale le amministrazioni comunali e provinciali dovrebbero collaborare presentando proposte nell’ottica di un contenimento degli sprechi e programmazione degli investimenti. D’altronde, ormai è chiaro che le sollecitazioni localistiche nel Sud rappresentano il campo d’azione ideale per i mediatori del consenso, per le ingordigie clientelari o peggio…

Erminio Merola

Di Grottaminarda, giornalista e presidente dell'associazione Labase2.0

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