Vescovo concreto, vogliamo Cascio al Progetto Pilota

Bisogna essere sinceri, forse la visita di Graziano Delrio è stata caricata di aspettative eccessive. Il ministro delle Infrastrutture non ha rilasciato nessuna dichiarazione clamorosa tra Atripalda e Sant’Angelo dei Lombardi. Né ha fissato dei termini perentori per il completamento o l’inizio delle grandi opere, dalla Lioni-Grottaminarda all’Alta velocità. E purtroppo non ha nemmeno parlato di svolta per i lavoratori della ex Irisbus. Del resto non avrebbe avuto senso lasciarci con grandi proclami: l’incarico di Delrio scadrà tra pochi mesi con le nuove inevitabili elezioni, poi chissà. E’ anche vero che come hanno ricordato Luigi Famiglietti, Umberto Del Basso De Caro e Rosanna Repole, il “La” a certe opere è stato dato dal Governo di Matteo Renzi e qualcuno ha voluto ribadirlo.

Quello che si può ricavare dalla giornata di martedì, a mò di traccia per il futuro, è il ruolo sempre maggiore che hanno i sindaci, in generale il territorio, nella ricerca di strategie di sviluppo. I soldi vengono da Napoli, da Roma, dall’Europa? Sicuro, però arrivano sulla base di sollecitazioni e idee del territorio, dal progetto pilota dell’Alta Irpinia fino al più insignificante progettino comunale.

Questo aspetto Delrio lo ha sottolineato abbastanza chiaramente, soprattutto quando si è soffermato sul ruolo della cultura e del turismo come strumento di rilancio. I soldi per creare strutture e azioni non nascono nelle piccole comunità, verissimo. Nessuna Avellino-Rocchetta può essere riaperta senza l’impegno economico di una Regione e senza la volontà di Fs. Ma molte intuizioni e molte spinte sì, quelle nascono proprio nelle comunità: e il turismo non si impone dall’alto, l’accoglienza va costruita nel tessuto sociale per fare un esempio.

Ora le parole del Vescovo Pasquale Cascio rappresentano la perfetta sintesi delle istanze della gente d’Irpinia. Cascio non parla molto e non parla mai a caso. Quando lo fa va dritto al punto. “Benvenuti in questo luogo di storia e di spirito – è l’incipit nell’Abbazia del Goleto -. Qui si parlerà di infrastrutture ma si cerchino anche le infrastrutture vive. I ragazzi devono poter vivere, lavorare. Anche gli amministratori…  non devono pensare a progetti faraonici ma ad un progetto per chi è rimasto e per chi vuole restare“. Semplice, pulito, incisivo. Non meravigliano tanto frasi quanto i toni. O il momento scelto per esprimersi.

Poteva facilmente rivolgersi a colui che è stato il numero due del Governo Renzi, Delrio appunto. Oppure al sottosegretario sannita De Caro. Invece si è rivolto soprattutto ai sindaci, perché Cascio sa perfettamente che la politica di trent’anni fa è bella che finita. Non c’è più quella politica che faceva nascere fabbriche (esperienze positive e negative, intendiamoci, ma pur sempre esperienze). E’ scomparsa la politica che rendeva possibile il posto di lavoro (con modalità meritocratiche o per niente meritocratiche). Purtroppo, per fortuna.

C’era molta gente al Goleto, ma qualche anno fa ad accogliere un ministro ce ne sarebbe stata il doppio. E’ segno che anche un esponente politico di primo piano (di centrosinistra, di centrodestra o pentastellato) non è più visto come un semidio in grado di risolvere subito i problemi della gente. E allora il ruolo dei sindaci, benché svuotato dai tagli agli enti locali, diventa paradossalmente fondamentale, più di prima. Cascio lo sa bene e ha parlato di conseguenza. Forse dovrebbe prendere parte a qualche incontro dell’Area Pilota…

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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