ITALIA IN LACRIME: morte le 1000 aziende più importanti del territorio | Fallimento irpino senza precedenti

Aziende chiuse

Aziende chiuse (Canva) IrpiniaPost.it.

Un dato che fa tremare l’Irpinia: oltre mille aziende a rischio chiusura, tra crisi economica e infiltrazioni mafiose sempre più diffuse.

L’Irpinia sta vivendo una delle sue stagioni più difficili, un cambiamento che lascia il segno nella rete economica.

Non si parla di una crisi passeggera, ma di un terremoto economico che sta cancellando intere realtà produttive.

A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre, che fotografa un’Italia sempre più fragile, dove l’ombra della criminalità si allunga anche sulle imprese più solide.

Ad Avellino, mille aziende rischiano di sparire. È il segnale di un sistema che si sgretola, tra mancanza di liquidità, pressione fiscale e minacce invisibili ma reali.

Il peso di una crisi silenziosa: così moriranno le aziende

Nella classifica nazionale che analizza tutte le province italiane, Avellino si posiziona al 33° posto, con 1.011 imprese a rischio su 36.539 totali. Significa che il 3% delle aziende irpine potrebbe non farcela. Un numero che, tradotto, vuol dire famiglie, lavoratori, sogni spezzati. La Cgia di Mestre, nel suo ultimo rapporto, racconta un Paese dove la criminalità organizzata non è più solo un problema del Sud: è un’industria parallela, che si insinua dove lo Stato è debole e le banche chiudono i rubinetti.

Secondo il report, le mafie sono oggi la quarta potenza economica italiana, con un giro d’affari stimato in 40 miliardi di euro l’anno, più di colossi come Stellantis. Soldi sporchi che diventano prestiti, investimenti e società di comodo, alterando la concorrenza e distruggendo il tessuto produttivo locale.

Aziende chiuse
Aziende chiuse (Canva) IrpiniaPost.It

Imprese sotto assedio: l’altra faccia dell’economia

Napoli, Roma e Milano guidano la classifica delle province più esposte, con oltre 50.000 imprese considerate a rischio contiguità mafiosa. Ma l’eco di questo fenomeno risuona anche in territori come l’Irpinia, dove la crisi economica apre varchi pericolosi. Quando il credito legale si riduce e la burocrazia strangola, il denaro “facile” diventa un’illusione fatale. I numeri parlano chiaro: negli ultimi dieci anni le denunce per estorsione sono aumentate del 66%, mentre i reati complessivi sono scesi del 19%. Significa che la paura cresce proprio dove dovrebbe esserci fiducia. Le imprese non chiudono solo per mancanza di clienti, ma perché schiacciate da pressioni, intimidazioni e solitudini economiche.

Dietro la statistica fredda, ci sono imprenditori che non ce la fanno più, fabbriche che si svuotano, territori che perdono vita. L’Irpinia non è un’eccezione, ma un simbolo di un’Italia che resiste con coraggio, pur sapendo che ogni giorno è una battaglia per la sopravvivenza. Serve un piano vero per proteggere le imprese sane, sostenere chi denuncia e riportare fiducia nell’economia legale. L’Irpinia non può morire d’indifferenza: le sue mille aziende devono tornare a rappresentare il cuore produttivo del Sud.