In tanti stanno ricordando quella serata del 2003 con Ennio Morricone a Torella dei Lombardi, nel giorno della scomparsa del compositore. Succede coi famosi, vivi o morti. Si cerca il legame tra l’Irpinia e il personaggio. E non c’è nulla di male, soprattutto perché Morricone a Torella c’è stato davvero, proprio nell’ambito di quel festival di cinema che era il Premio Sergio Leone diretto da Gianni Minà.
Bei tempi. Pellicole semi-sconosciute ma di qualità, accostate a grandi produzioni. Alto coinvolgimento della comunità. Manifestazione che travalicava i confini provinciali, grazie a Minà in particolare. Grandi ospiti, da Carlo Verdone ai Wu-Ming passando per Terence Hill a Carlo Lizzani. Ed ancora mostre, seminari. I numeri non erano quelli delle sagre e dei concertoni, questo è chiaro. Ma la finalità era più alta, l’obiettivo a medio-lungo termine. Fare di Torella un luogo del cinema, legato al cinema, una tappa del cinema. Non necessariamente una location. Rapporto splendido quello di Minà con Torella, spesso a pranzo con il compianto Rosario D’Agostino. Un impegno encomiabile, quello di Laura Pisani.
Il festival è stato anche ben finanziato in qualche occasione, questo dobbiamo ricordarlo. Poi venne cancellato per più ragioni. Ma soprattutto mai più ripreso, anche se nel 2019 il sindaco Amado Delli Gatti espresse la volontà di provarci. Da due anni a Torella si organizza una manifestazione “Dal Wild West all’Irpinia”, che l’anno scorso fu particolarmente riuscita. Un villaggio western nel paese, sullo sfondo Sergio Leone che aveva sì origini torellesi ma che per tutto il resto d’Italia è romano doc.
Non sempre una cosa esclude l’altra, parliamo delle due manifestazioni ma non solo. Quindi ricordare il Premio Sergio Leone, nella piazzetta accanto al castello, con gli appassionati della provincia e di fuori provincia che d’estate si davano appuntamento a Torella, è assolutamente doveroso. Nel giorno della morte di Ennio Morricone, ovviamente. E nella speranza che passata la tempesta Covid si possa tornare a ragionare sulla possibilità di riavere quel piccolo grande Premio che, a differenza di molti altri festival, solo lo Sponz è riuscito nell’impresa, rendeva l’Alta Irpinia un capoluogo culturale. Almeno per qualche giorno.