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La ferita di Montevergine, l’offesa più grande

Ennesimo week end nero in Irpinia sul fronte incendi, Montevergine ha la peggio. Sono passate più di 24 ore da quando Cerrito ha preso fuoco. Un focolaio che all’inizio sembrava poter essere spento in poche ore, ora è diventato una lunga catena di fiamme.

Così nella serata di venerdì gli elicotteri in azione sono diventati due. Si tenta di spegnere anche il fuoco che da giorni, in diversi punti, sta distruggendo la vegetazione del parco del Partenio rendendo l’aria irrespirabile per gli abitanti dei paesi alle sue pendici. Nulla da fare. L’operato degli elicotteri non è bastato e nella nottata le fiamme si sono allargate, avvicinandosi alle zone abitate.

 

Tantissime le telefonate ai Vigili del fuoco, che hanno lavorato senza sosta per avere la certezza che la situazione fosse sotto controllo. Da questa mattina i mezzi aerei sono di nuovo a lavoro. Si attiva anche un canadair ma l’incendio è ancora maestoso. Intanto resta chiusa la funicolare. Già da ieri mattina corse ferme per la vicinanza delle fiamme che hanno poi invaso completamente i binari.

È stato necessario utilizzare il servizio pullman, infatti, per andare a recuperare alcuni turisti rimasti al Santuario. Anche chi lavora presso le attività legate al complesso religioso ha dovuto aspettare l’ok della Provincia per poter rientrare a casa, anche a causa della chiusura della strada che da Ospedaletto d’Alpinolo porta da Mamma Schiavona. Il percorso è bloccato tutt’ora.

Così su Facebook aumentano i post contro i piromani, contro chi “incendia e deturpa le nostre montagne, distruggendo il nostro futuro”. La rabbia e l’amarezza nelle parole di chi è impegnato nelle attività legate al turismo di Montevergine “c’è chi ‘campa’ la famiglia con il turismo religioso. Voglio dirvi grazie per aver dato fuoco alla nostra montagna rendendola una zona off limits”.

Post di solidarietà anche da Napoli “vicino ai miei amici irpini che stanno lottando contro l’incendio di Montevergine. Un irpino come un napoletano sa cosa vuol dire vedere bruciare il suo gigante, simbolo della propria terra”. C’è chi impreca, chi sottolinea la mancanza in Italia di un numero maggiore di canadair per far fronte a situazioni d’emergenza come questa, che negli ultimi anni interessano sempre più anche la verde Irpinia. Bruciavano ieri anche Montella, Montoro e Pietrastornina. Insieme a tanti altri paesi nei giorni scorsi.

Sabina Lancio

Ha da poco conseguito la laurea magistrale in Teoria dei linguaggi e della comunicazione audiovisiva all'Università degli studi di Salerno. Le piace scrivere e, in generale, lavorare nel mondo della comunicazione, conoscere nuove persone e intraprendere nuovi percorsi.

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