“Gomorra non da’ un messaggio negativo, al massimo è un acceleratore di cose, le mostra, le descrive, fa conoscere delle realtà che è importante conoscere”. Così Carlo Caracciolo, “O Crezi” nella terza stagione della serie tv Gomorra, si è confrontato con gli studenti del Liceo classico “Colletta” del Convitto di Avellino. Nell’assemblea “Educhiamoci alla legalità”, in vista della giornata nazionale della Legalità del prossimo 21 marzo, sono state affrontate le tematiche della criminalità organizzata, del bullismo e delle baby gang. L’attore napoletano che gira spesso nelle scuole per portare il messaggio dell’anticamorra anche attraverso attività teatrali con i ragazzi, ha risposto alle tante curiosità degli studenti e ha sottolineato: “La serie nella quale interpreto un pazzo criminale non può essere un cattivo esempio, anzi vuole proprio dire che chi conduce questo tipo di vita alla fine non può che arrivare alla morte. Non sono d’accordo con chi dice che potrebbe creare episodi di emulazione, solo chi già fa parte di un gruppo criminale è portato a farlo. La criminalità organizzata purtroppo fa parte della nostra vita, io conosco quelle zone dove è più radicata, ma ho scelto di farne parte solo nella finzione, sul set e non nella vita reale. Gomorra rimane una bellissima fiction”.
Anche secondo il rappresentante d’Istituto, Alfredo Cucciniello, “Gomorra smaschera le realtà della criminalità e quindi anche il fenomeno molto diffuso delle baby gang. È importante discuterne per noi studenti, perché purtroppo ci sono ragazzi che anche per la condizione familiare o il disagio sociale prendono brutte strade”.
D’accordo con l’attore e il giovane studente, anche Francesco Iandolo, componente dell’associazione Libera, nata grazie a don Luigi Ciotti, e impegnata da anni in tutta Italia nel contrasto alle mafie, ricordando le vittime innocenti e sostenendo le loro famiglie. “È necessario modificare la cultura sulla mafia partendo dalle scuole – ha detto Iandolo -. Gomorra e prodotti simili non andrebbero vietati perché importanti sia dal punto di vista artistico che storico. I ragazzi, magari accompagnati nella visione, devono sapere ciò che è accaduto veramente”. Ha poi aggiunto “la memoria è fondamentale, dimenticare è come se la storia non fosse mai esistita. Non andiamo quasi mai nelle scuole da soli ma insieme a professionisti e istituzioni, perché ognuno deve fare la sua parte, noi da cittadini ci mettiamo il nostro impegno”.
È intervenuta poi Emilia Noviello, responsabile provinciale di Libera: “La giornata nazionale della legalità fa sì che l’Italia intera guardi al lungo elenco di nomi delle vittime innocenti, perché sono storie che appartengono a ciascuno di noi. Persone esattamente come noi, ammazzate non perché erano nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Ad essere sbagliato è chi ha deciso di sparare. Noi tutti siamo nel posto giusto, ma ci dobbiamo impegnare in prima persona affinché la criminalità, processo purtroppo molto radicato nella nostra cultura, non governi più i nostri territori. Anche nelle scuole, dove le baby gang se la prendono con i ragazzi più deboli, prima emarginati e poi colpiti con violenza, è importante che ogni ragazzo si impegni e non faccia finta di niente”.
All’assemblea erano presenti, oltre alla dirigente scolastica Maria Teresa Brigliadoro che si è detta molto contenta delle tematiche che i ragazzi hanno scelto di sviluppare durante il dibattito, il Prefetto di Avellino Maria Tirone e il Colonnello dei Carabinieri di Avellino Massimo Cagnazzo.
“Apprezzo che i ragazzi abbiano dedicato l’assemblea alle tematiche della legalità anche in vista del 21 marzo – ha esordito il Prefetto -. La memoria non è solo un giorno, ma è essenziale per l’esistenza di ognuno di noi. Oltre don Peppe Diana potremmo citare tante persone che si sono impegnate per contrastare la criminalità ma soprattutto per impedire a chiunque di entrare in tale circuito. Ci sono vittime innocenti, compresi i bambini. E spesso i familiari hanno risentimento verso le istituzioni. Ma nonostante ciò dedicano la loro vita, insieme alle associazioni, al contrasto della criminalità al fianco dello Stato”. Concludendo il suo intervento, ha poi invitato gli studenti ad apprendere dalla Costituzione “oltre ad essere tutti uniti contro la criminalità, vi invito al rispetto delle regole perché ogni regola tutela un diritto fondamentale costituzionale. Leggete la costituzione, ve ne innamorerete”.
Un altro invito ai ragazzi è arrivato dal Colonnello Cagnazzo: “Denunciate sempre i casi di bullismo, perché ognuno deve essere libero di venire a piedi a scuola senza essere aggredito da una banda di bulli. Così come bisogna essere liberi di aprire un’attività senza la paura di saltare in aria per non aver pagato il pizzo, ma anche di esprimere sempre le proprie idee. La camorra non vuole queste libertà, ma il controllo del territorio. Perciò questi problemi interessano anche voi che vivete questo territorio e la scuola deve educare alla legalità insieme al sostegno delle famiglie”.