Prima riunione post ferie agostane per il Progetto pilota Alta Irpinia, ma a guardare la sala del Comune di Nusco sembra che molti dei sindaci ancora non siano tornati dalle vacanze. O, magari, abbiano preferito stare altrove. Alla corte del presidente della Città Alta Irpinia, Ciriaco De Mita, venerdì pomeriggio c’è la metà delle amministrazioni dell’area. All’appello rispondono Sant’Angelo dei Lombardi e Calabritto, Teora, Caposele e Montella, Morra De Sanctis e Conza, Aquilonia, Rocca San Felice, Lioni, Torella dei Lombardi e Bagnoli Irpino. Evidente, dopo le frizioni degli ultimi mesi, l’assenza dei sindaci di Cassano e Cairano, sorprende quella di Bisaccia. E a ben guardare, è un dato pure che a rappresentare Torella non sia la fascia tricolore, ma un suo delegato. Segno che i mal di pancia sulla rotta Alta Irpinia-Nusco continuano.
A chi c’è però De Mita annuncia: “Inizieremo a dare vita a fine mese all’azienda forestale. Su questo dobbiamo accelerare perché i soldi ci sono. Stiamo aspettando risposta su come utilizzare al meglio i primi 200mila euro, quelli che nelle intenzioni iniziali sarebbero andati a tecnici regionali. Poi partiamo. L’azienda forestale agirà in particolare su tre lotti”. L’idea, descritta dal sindaco di Nusco, è di lavorare su tre pezzi di territorio, ognuno con specificità e potenzialità diverse: l’Irpinia d’Oriente, l’area dei Picentini che vede in Calabritto e Bagnoli il suo perno, la zona Montella-Serino che “vanta la ricchezza montana maggiore”, dice De Mita prima di puntualizzare: “Resta il problema dei Comuni che dovranno essere rappresentati. Ne discuteremo sulla base di criteri oggettivi”.
Compiacimento da parte di Gelsomino Centanni che parla anche in veste di presidente della Comunità montana Terminio-Cervialto: “Prendo atto che ci sono primi finanziamenti. Se si fa un lavoro di squadra in questo momento anziché dividerci, qualcosa si può fare”. Chiede coesione anche Teresa Di Capua da Bagnoli. La vicesindaco di Lioni Domenica Gallo invece domanda: “Non basta aderire al partenariato, c’è bisogno di un progetto. Come rientra in questo il patrimonio montano mio paese?”.
L’iter burocratico prevede infatti che i Comuni dell’Alta Irpinia, sotto la guida del capofila Fondazione Montagne Italia, rispondano a un bando della Regione Campania che scade il 30 ottobre per costituire un partenariato pubblico-privato. Messa in piedi l’ats, si dovrà procedere a definire un progetto, cioè una strategia di sviluppo territoriale che utilizzi la montagna e il patrimonio forestale altirpini per creare economia. Con le biomasse, con il pascolo, col turismo montano, con il taglio dei boschi. Sono tutte strade percorribili e altre ancora possono essere individuate, ma i sindaci dovranno metterle nero su bianco per ottenere finanziamenti a sei zeri. “C’è preoccupazione tra gli operai delle comunità montane sul loro futuro occupazionale – avverte Salvatore Ruggiero, il delegato della Comunità montana Alta Irpinia.
Sul punto De Mita chiarisce: “I lavoratori dei due enti potranno sostituire la Forestale nell’azione di tutela della montagna, che un tempo era affidata al Corpo forestale. Mi aspetto – aggiunge – che gli amministratori usino la testa per dialogare. Qualche giorno fa leggevo l’intervista di un sindaco. Sembrava mi credesse rimbambito. Ma la testa a me funziona, le gambe purtroppo non tanto. Lui invece mi pare un po’ ridicolo”. Il riferimento è a una conversazione tra i colleghi di Orticalab e Luigi D’Angelis. In mattinata intanto si era registrata ad Avellino la netta presa di posizione di un altro sindaco, Salvatore Vecchia, nelle vesti di dirigente della Lega. “Il progetto pilota è finito – aveva detto – i fondi certi (6 milioni) sono stati spesi. Tutto il resto, i famosi 200 milioni di De Luca, non sono dedicati all’Alta Irpinia, ma prevedono capacità di risposta a bandi”.