Ritorno al punto di partenza o passo in avanti? L’assemblea del Progetto Pilota Alta Irpinia riunitasi oggi pomeriggio a Nusco per parlare ancora una volta di azienda forestale, agli occhi dei sindaci presenti ha trovato duplice lettura. Una vera notizia non c’è, o forse la notizia vera è che dopo mesi il tavolo altirpino si è nuovamente riunito alla presenza di un ospite non altirpino. E’ dalla scorsa estate, infatti, che manca il delegato regionale Domenico Liotto ed era dello scorso autunno che non metteva piede in terra nuscana un referente di Fondazione Montagne Italia (approfondisci qui cosa è Montagne Italia). Oggi, dopo la firma nelle scorse settimane dell’accordo tra il Comune di Nusco e la Fondazione, che affida a quest’ultimo soggetto il lavoro di cucitura del partenariato alla base dell’azienda forestale, l’assemblea ha visto di nuovo Enrico Borghi sedere accanto al presidente Ciriaco De Mita.
Una presenza politica, prima ancora che tecnica. Il deputato piemontese, accompagnato da suoi collaboratori e alla presenza dell’ex parlamentare Giuseppe De Mita, ha così fatto un necessario, se non addirittura doveroso, punto sui boschi e le foreste in Alta Irpinia. Lo ricordiamo: i sindaci del Progetto Pilota, ormai quasi due anni fa, hanno individuato nell’azienda forestale lo strumento per valorizzare e utilizzare le risorsa forestale di questo territorio. Uno strumento che, oltre a tutelare il patrimonio naturale dell’area, dovrà creare sviluppo e occupazione, contribuendo così a combattere lo spopolamento.
“Ma nel Codice civile non esiste la definizione di azienda forestale – ha detto Borghi alla platea – Il modello di governance dipenderà da ciò che decideremo insieme di fare. Società mista pubblico-privato? Società pubblica? Consorzio? È tutto legato a quello che emerge in corso d’opera. Sia però chiaro: l’azienda forestale non è l’Iri, qua nessuno colonizza territori. Non è la Gepi, luogo in cui si scaricano problematiche. Se vogliamo fare l’Alto Adige, dobbiamo costruire un percorso. Se la castagna di Montella deve diventare un brand mondiale, non possiamo tagliare i castagneti. E chiariamoci: cosa vogliamo fare con le biomasse? Cippatura? Riconversione degli edifici pubblici in modo sostenibile? In via teorica si è tutti d’accordo, ma poi nascono i problemi. Noi faremo una proposta di modello, ci entra chi vuole starci. Se non sarete d’accordo, si cambierà proposta”.
Dal presidente di Montagne Italia non sono neppure mancate un paio di stoccate ai sindaci e a chi ha mosso critiche negli ultimi mesi. Anche tra le fila dei privati (leggi il commento di Luigi Iavarone). In ballo ci sono 200mila di euro di fondi europei per la fase di progettazione e a seguire altri 10 milioni per l’azienda forestale. “Il nostro sarà un mandato temporalmente contenuto, non vorremmo andare alle calende greche. Per il pezzo seguente non abbiamo mandato. Sono solo 200mila euro. Ci affiancheremo a un comitato di istituzioni, a partire dal ministero dell’Agricoltura. Dobbiamo essere una best practice. A chi dice che abbiamo perso tempo, dico che abbiamo dissodato il terreno”, è stata la sua puntualizzazione.
I RIFERIMENTI NORMATIVI – Tre elementi costituiscono l’impianto legislativo su cui si fonda l’accordo tra l’Alta Irpinia e la Fondazione romana: il nuovo Codice forestale, la Legge 221/2015 o Collegato ambientale che introduce il concetto dei servizi ecosistemici, a partire dal ciclo idrico, la Legge 158/2017 sui Piccoli Comuni. “Un approccio alla montagna a lungo protezionista ha fatto sì che il nostro Paese diventasse un museo a cielo aperto, dove la superficie forestale è maggiore di quella agricola. C’è bisogno di una dinamica culturale diversa. Le comunità non possono essere solo un elemento di corredo, a tutela del patrimonio. Voi dovete poter individuare delle vocazioni e delle funzioni per le foreste”, ha continuato l’ex consigliere del Governo per la Strategia nazionale Aree interne.
COME PROCEDERE – Troppi dubbi procedurali ancora sul piatto, così le fasce tricolori di Montella e Cassano, Ferruccio Capone e Salvatore Vecchia, e il vicesindaco di Bisaccia Franchino Tartaglia hanno posto alcune questioni al parlamentare piemontese. “Perché non ci avete trasmesso copia della convenzione firmata da Fondazione e Comune? Che ruolo avranno i privati che nei mesi scorsi hanno risposto alla manifestazione di interesse? E la Regione Campania ora come intende procedere? Cosa ne sarà delle rendite dei Paf per i bilanci comunali?”, questi in sintesi i quesiti. Così Borghi, testo alla mano, ha spiegato: “Abbiamo ricevuto mandato dal Comune di Nusco in quanto soggetto capofila dell’accordo di programma Alta Irpinia. Svolgeremo la funzione di capofila del partenariato e di attuatore della misura 16.7.1 (quella che finanzia il rup e la costituzione dello stesso partenariato, ndr). La Regione ci ha chiesto di gestire questa fase propedeutica all’accesso ai fondi del Psr. Garantiamo al territorio la candidatura al bando per la progettazione. Individueremo agli soggetti pubblici e privati interessati, del resto c’erano state già delle manifestazioni di interesse. La convenzione sarà resa pubblica e ogni passaggio ci vedrà confrontarci con voi sindaci. Ciò che è certo è che noi non toglieremo risorse ai vostri bilanci comunali, faremo in modo che le vostre foreste producano un plus valore. Pubblicheremo dei bandi, in un paio di mesi possiamo chiudere il progetto”, ha concluso ottimista.