“Romanzi storici”: è così che Francesco Roselli definisce i suoi quadri. Sono particolari, bisogna vederli da vicino per avere la percezione del suo lavoro. Originario di Melfi, vive e lavora a Calitri. Si è diplomato all’istituto d’arte del suo paese e l’anno successivo ha iniziato un percorso artistico che lo ha portato, poi, alla creazione delle sue opere. Lui è un “archeoartista“, appassionato di storia, divoratore di libri e di cultura. Dai suoi lavori trapela alla perfezione il suo sapere. Predilige tecniche a secco, posate su cartoncino da disegno: carboncino, matite colorate, inchiostro. Sperimenta anche su tela con lo scopo di partecipare a rassegne estemporanee. Fortemente influenzato dal territorio Irpino-lucano, dai meravigliosi boschi, dalle colline, dalle montagne e in particolare modo dallo spettacolare trionfo di colori autunnali, riproduce i paesaggi delle nostre zone o di viaggi che ha fatto nel tempo.
C’è, però, una perla: non ripropone semplicemente i luoghi visitati, ma li rivisita con l’aiuto della fantasia e dell’immaginazione arricchendoli di elementi presi dai libri di storia di epoche passate. L’archeologia è stata per lui una musa ispiratrice: ecco perché inserisce elementi dell’ancestrale tradizione celtica, dell’epoca greca e dell’impero romano. Ed ecco che nel quadro “Irpinia antiqua” si vede un paesaggio dedicato al territorio irpino meridionale, dove scorre il fiume Ofanto, popolato da uomini cervo che danzano tra i boschi, davanti ad un fuoco sacro (seguendo il riferimento della deportazione dei Liguri in Irpinia). Sul monte si staglia il tempio della Mephite.
“Lo spirito dei druidi” nasce dopo la lettura del romanzo storico “Vessilli di porpora”, ambientato nella Britannia del 61 D.C., disegno dedicato ai druidi che morirono sull’isola sacra. “Castra hiberna” è il nome con cui gli antichi romani definivano gli accampamenti permanenti o invernali, diventa un disegno spettacolare di uno scorcio del Vallo di Adriano del II sec. D.C. “Samhain” è un quadro abitato da alcune persone che si intrattengono attorno al fuoco, festeggiando e bevendo. Si tratta della festa che poi si è trasformata nell’attuale Halloween. “La sibilia appenninica” è un paesaggio ispirato al territorio di Cairano e di Conza della Campania. Francesco ha chiuso gli occhi e ha immaginato come potesse essere 2000 anni fa, quando la Sibilia appenninica era un culto professato nell’Umbria settentrionale, sul monte Vettore. “L’ombra di silla” è dedicato all’antica via Appia, ambientato nella valle Ufita nei pressi di Carife. “Il sentiero degli Hirpini” ritrae i territori di Volturara, Rocca S.Felice e Bisaccia e nasce dopo alcuni viaggi in questa zona e dopo infinite letture che parlano di essa. “La valle del Ver sacrum” è dedicato alla valle del Calore, a Montella. L’artista immagina che un tempo potesse esser stato il punto iniziale della colonizzazione dell’Irpinia meridionale da parte dei sanniti Hirpini.