L’operazione VertegliaMater, festival musicale, festa di natura e gastronomia, sembra un punto di partenza. Non è insensato affermarlo a manifestazione appena cominciata, che vedrà i momenti clou con i concerti de Lo Stato Sociale e Francesco De Gregori venerdì e sabato. Un punto di partenza per ridare dignità alla montagna, aggiungiamo. Quella dignità che negli anni è stata acciuffata e persa a più riprese.
Nell’immaginario collettivo, attuale e degli ultimi anni, gli altopiani e i monti di Montella e Bagnoli Irpino restano la meta ideale per il pic-nic del weekend, per il pranzo al ristorante, per foto e gite a cavallo. Tutto molto bello. E non è poi vero che questa roba non porti soldi. Il problema è ciò che si è perso. Le seggiovie del Laceno per il momento. Ma anche molti sentieri, inghiottiti dalla natura. Più attrezzato, il Laceno. Più wild, Verteglia. Entrambi luoghi spettacolari con vari progetti di rilancio che però ancora dovranno accedere senza una tempistica certa a bandi e fondi, per il primo innanzitutto.
Ora arriva l’operazione VertegliaMater. Che non è un’innovazione totale in zona. Il rock sulla montagna è qualcosa di già visto anche sul Laceno. Ma la kermesse di questi giorni offre sul palco nomi di primo piano in un connubio con gli artisti irpini, i prodotti e i produttori della zona. E dovrebbe portare numeri rilevanti in termini di presenze. Ridare dignità alla montagna rappresenta quindi un doppio impegno. Quello a rendere i luoghi attrezzati, adeguati per un turismo diverso dal mordi e fuggi classico. Parliamo di app e carte dei sentieri aggiornate, cartellonistica, attrazioni moderne e ricettività all’altezza nei numeri e nei servizi. Le professionalità in loco non mancano, pensiamo alle varie associazioni come Terre di Mezzo.
In fin dei conti servirebbero infrastrutture “leggere” e una continuità di eventi, soprattutto in primavera e in autunno (in attesa degli impianti di risalita). Come avviare questi percorsi? Potrebbe essere il tema dei convegni di Verteglia. Si parlerà di reti turistiche, filiera agroalimentare e risorse idriche. Quello che non vorremmo ascoltare è il generico “bisogna fare rete“. Che di questi tempi, con le scelte importanti sull’Irpinia del futuro e una crisi demografica che continua a incidere, sarebbe l’ennesima offesa a questa provincia.
L’altra sfida è quella culturale, e torniamo alla musica e all’arte in generale. Anche sul tema, come per l’aspetto sportivo o naturalistico, appare più che mai di fondamentale importanza una destagionalizzazione dell’offerta. In questi giorni sarà necessario uno slalom gigante tra montagne e pale eoliche per gustarsi la vasta proposta artistica che parte da Montella e arriva a Bisaccia con il festival Altura. Passando per altri bei momenti come il Dogana Blues di Flumeri. Seguiranno i tanti eventi di agosto e poi chissà. La montagna, sebbene poco accogliente con questa pioggia e con questo vento, resta però un’attrazione da coltivare, coccolare, abbellire, riempire. Se ne sta discutendo anche ai tavoli amministrativi e politici, al progetto pilota altirpino si dibatte del nuovo volto delle foreste da considerare come fattore di crescita socio-economica. Abbellire e riempire, dicevamo. Al pari dei borghi, e forse anche di più. Perché quelle montagne generano tutto. L’acqua e il verde, quindi la vita.