“Resto convinta che è quanto mai importante e necessario che ciascuno di noi dia il proprio contributo concreto ed invito gli uffici, nella fattispecie l’Ufficio Tecnico, che non sempre ha i tempi che io vorrei, a far sì che la somma derivante dalla mia indennità venga impiegata rapidamente e nel migliore dei modi secondo le mie indicazioni”. Con queste parole l’assessore del comune di Mercogliano, Stefania Di Nardo, ha espresso la volontà di rinunciare all’indennità di carica per contribuire al potenziamento del capitolo destinato al verde pubblico.
Dichiarazioni che manifestano una netta distanza dalla sua maggioranza, anche in previsione dei punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì 23 luglio, quando è approdata la ratifica della variazione al bilancio di previsione.
Distanza che diventa ancora più evidente quando la Di Nardo si è completamente dissociata dalla presentazione di un progetto da parte dell’amministrazione alla regione Campania per l’ammissione ai finanziamenti. Progetto che, secondo l’accusa sferrata in consiglio dall’opposizione, sarebbe non veritiero e non avrebbe coinvolto in fase di programmazione le associazioni locali. “Oltre al non coinvolgimento del territorio e delle associazioni – ha infatti detto l’assessore -, trovo gravissimo che la stesura di tale progetto, da cui mi dissocio, non abbia mai visto coinvolta la mia persona ed il mio assessorato”.
Fuori dall’aula consiliare, dopo averla abbandonata senza partecipare alla salvaguardia degli equilibri di bilancio e al Documento Unico di Programmazione, ha poi dichiarato: “Sono molto dispiaciuta di quanto accaduto. D’ora in poi la mia attenzione sarà tutta dedicata al Distretto Turistico a cui ho voluto fortemente che la città di Mercogliano aderisse, perché io riconosco nell’intuizione del presidente Pasquale Giuditta e in questo nuovo modello organizzativo la vera occasione per il rilancio e la riqualificazione dell’offerta turistica del nostro territorio”.
Una presa di posizione che ha espresso astenendosi anche dall’approvazione del verbale della seduta consiliare precedente, mostrandosi in disaccordo sul rinvio dell’approvazione del regolamento comunale sulla protezione dei dati personali. “La ragione del rinvio non è stata l’attesa del decreto legislativo che recepisse il Regolamento UE in materia – ha spiegato la Di Nardo -, ma la mancata modifica di alcuni articoli del Regolamento che disciplinavano gli obblighi organizzativi, documentali e tecnici a carico dell’amministrazione. Discutibile anche la nomina a DPO di un dipendente che avrebbe il ruolo di controllore e controllato allo stesso tempo”.