Due aziende che lavorano il legno in quel di Calitri, la sperimentazione su un nuovo prodotto. Non è soltanto l’avvio di un percorso imprenditoriale, economico, ma un primo passo per la costruzione di una green community in Alta Irpinia legata alla filiera del legno e al progetto pilota. Nei giorni scorsi Iavarone Wood Technology e Rubner Holzbau Sud hanno iniziato a lavorare sul castagno nostrano – non parliamo dell’albero da frutto però – per la produzione di lamellare di castagno a uso strutturale. Che significa? Diverse cose. Intanto le due aziende sarebbero le prime in Italia a realizzare le travi con quel materiale in attesa dell’ok ministeriale, e quindi questo si tradurrà in un rafforzamento dei livelli occupazionali e in generale dell’economia altirpina e non. “Inoltre – spiega proprio Luigi Iavarone, tra l’altro rappresentante di Confindustria al progetto pilota – si prova a preservare il patrimonio boschivo lavorando sulla cura stessa del bosco”.
“Valorizzazione del patrimonio inagito, reddito ai proprietari e limitare gli incendi dolosi e non. Questi alcuni dei benefici. E ancora, valore all’artigianato e all’industria. Nelle nostre aree i numeri sono talmente bassi che ogni idea innovativa e rispettosa dell’ambiente può essere un’ottima idea. Ma in realtà crediamo alla filiera del legno, che poi coinvolge diverse regioni meridionali, come imprenditori e come persone che hanno scelto di continuare a lavorare su questi territori”.
La prospettiva principale è quella di creare una comunità verde in Alta Irpinia, o se si preferisce il famoso biodistretto. “L’idea è questa. Saremmo i primi nel Sud. Una prospettiva comune di aggregazione fondata sul no-oil. Ci sono le misure dell’ultima finanziaria a sostegno e sono convinto che la costruzione di questo percorso attirerebbe investitori”. Proseguendo nella chiacchierata con l’imprenditore la domanda sorge inenvtabile. Tutti e 25 i comuni? “Non necessariamente”, risponde Iavarone. “Partiremmo con chi ci sta. Adesso è fondamentale stabilire e mettere in pratica politiche da green community. Trovare piattaforme ideologiche per diventare catalizzatori di processi”.
Arriviamo all’attualità. Nuovi allarmi sull’eolico che continuano a far discutere e a far scontrare amministratori e cittadini, tanto per far capire quanto sia difficile una green community allargata (in altri luoghi vengono istituite anche a 3-4 Comuni). E poi le infrastrutture indicate dai Governi nazionale e regionale.
Sul vento. “Credo che il fenomeno eolico sia alle battute finali. E’ stato giusto puntare sulle pale? Sbagliato? Non mi permetto di giudicare le scelte, intanto ci sono. Per i prossimi anni sono decisamente più preoccupato per l’elettrico, per le biomasse”.
Strade e collegamenti. “Io penso che ormai vadano solo avviate – riflette Iavarone -. E’ questione di tempo. Ma sono d’accordissimo con il governatore De Luca. In parallelo al potenziamento delle infrastrutture dobbiamo costruire una nuova identità. Ambiente e produttivtà. Accanto alle infrsastruttur deve nascere qualcosa. Sennò che ci facciamo con le strade? Bene, nel nostro campo ci stiamo provando”.
Nella foto in copertina l’architetto Alberto La Tegola della Rubner Holzbau Sud e l’ingegner Luigi Iavarone, amministratore della Iavarone Wood Technology.