Il Progetto Pilota dell’Alta Irpinia ha raggiunto un altro risultato, i finanziamenti sulla rete museale. Prima c’erano stati gli interventi sulla sanità. Non risolutivi ma che comunque serviranno a migliorare gli ospedali di Bisaccia, in primis, e di Sant’Angelo dei Lombardi in seconda battuta. Nel mezzo la lunga partita sulla forestazione, ancora da definire.
E’ il caso di dire, per parafrasare le battute ricorrenti sul web, che il pilota sia sia messo su strada. Il pilota è Ciriaco De Mita ma anche gli altri sindaci, che con il contributo prima di Roma e poi della Regione Campania stanno iniziando a ottenere quanto elaborato in questi anni. Anni di polemiche, burocrazia, lentezza, tensioni, che tuttavia adesso sembrano superati in virtù delle risorse economiche in arrivo.
Attenzione però, risorsa economica non significa bontà della gestione. Ciò che non dovrà accadere è una replica di vecchi finanziamenti spalmati su tutta la provincia, buoni per mettere pezze a un castello e non per tenerlo costantemente aperto. In Alta Irpinia la sfida è addirittura tripla. Vanno affidati, completati i lavori e in tempi rapidi, occorre tenere aperti questi beni (e possibilmente creare qualche posto di lavoro diretto o indotto). E soprattutto mettere in rete storia e natura, da Aquilonia a Nusco passando per tutti gli altri.
La filosofia del progetto è proprio questa, la messa in rete dei beni. Non solo per quei 5 comuni ma pure per tutti gli altri che non hanno avuto fondi: rete significa percorsi di visita dell’Alta Irpinia. E a questo punto la responsabilità del tutto non potrà essere addossata al solo sindaco di Nusco, come spesso avviene. Qui c’è un lavoro enorme. Territorio per territorio, amministrazione per amministrazione. L’assemblea presieduta da Ciriaco De Mita non dovrà rappresentare il centro di ogni cosa perché la partita si gioca sull’intera area.
Noi continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto. Seguire i lavori nella buona e nella cattiva sorte. Scriverne, relazionare. Leggere documenti e ascoltare i protagonisti. Criticare, se necessario. Far emergere contraddizioni, lo abbiamo sempre fatto. Ma serve che tutti, dalle maggioranze alle opposizioni fino alle associazioni, chiedano conto e si interessino al loro futuro, al futuro dell’Alta Irpinia.