“L’omm’ ca po fa a meno ‘e tutt’ cos’ nun ten’ paura ‘e nient” diceva Salvatore Conte. Poi però don Salvatore morirà poco dopo aver fumato la sigaretta di cui si era privato per tanto tempo. Evidentemente si aspettava la fine, la paura lo avvolgeva sul balcone di sera. “E allora tanto vale arrendersi al destino e fumare“, avrà pensato.
Non sarebbe affatto un bell’esempio in questi giorni, settimane, forse mesi chissà. Trasgredire significherebbe chinarsi alla paura e soprattutto, soprattutto, incidere sulla vita di chi fa a meno di tutto pur di non aver paura di niente. Uscire di casa, oggi è la vera trasgressione, potrebbe voler dire infettare. O infettarsi per poi infettare. Ma è chiaro che a una settimana da quando tutto è cominciato, l’aria inizi a diventare pesante.
Qui in provincia di Avellino la curva del contagio cresce, si registra anche la prima vittima. Aveva altre patologie ma era positivo al Covid-19. E siamo convinti che l’avvicinarsi del nemico invisibile convincerà anche i più riottosi a restare tappati tra le quattro mura domestiche. E inevitabilmente si contano i giorni, purtroppo senza un calendario preciso. Stare 15 giorni in casa non è una condanna o un lavoro forzato. Ma se si andasse oltre?
E sembrerà strano ma uno dei problemi potrebbe essere il dopo. Per certi versi già si inizia a pensare al dopo. Infatti sul web – al momento l’unica piazza possibile, unico bar aperto, la sola ancora di socialità per molti – spuntano le foto dell’estate passata con la speranza di poterla rivivere dopo un annus horribilis. Gli scalini caldi, i viali affollati, le Peroni ghiacciate, lo Sponz Fest che nel 2019 fu festival premonitore. E ancora le piazzette affollate, le genti sudate, i balli.
Chissà come ne usciremo. Tutti dicono “saremo più forti di prima“. Forse è ciò che di solito pensano molti carcerati, desiderosi di riprendersi brandelli di vita. E invece alcuni di loro si ritrovano straniati e stranieri nella società. Avete mai visto gli occhi di chi è uscito di prigione?
Sempre meglio fuori, questo è ovvio. Ma ci sarà bisogno di uno sforzo non indifferente. Sì perche’ un paese si potrà vedere con gli stessi occhi e gli occhi sapranno accogliere e cogliere ogni bagliore. Ma viverlo senza ansie e sindromi sarà un po’ più complicato. Una sfida non da poco.