L’Eolicum non basta sulla strada per la desolazione


Avevamo lasciato il Formicoso nelle notti sognanti e festanti dello Sponz Fest, con Vinicio Capossela che rendeva poetica e animata anche una pala eolica. Le albe con la Fanfara e i canti al tramonto, il cielo nitido. Lo ritroviamo alla fine di ottobre. Il cielo plumbeo, le macchine che sembrano attraversare una specie di Route 66 infernale. Con le strade bucherellate e gli uccelli che rischiano di abbattersi sui tralicci. Con le case diroccate, lontane mille miglia dalla vivibilità. Lo stesso territorio che con Capossela rifioriva per un attimo, ora subisce una serie di episodi oscuri: esattamente come questo cielo di fine ottobre. Attentati, intimidazioni, minacce, colpi di arma da fuoco. Secondo comitati e una parte di politica, molti di questi episodi sono legati all’affare dell’eolico. Il tutto viene portato in Prefettura, si invoca l’Antimafia.

 

Il consiglio comunale di un quarto della provincia di Avellino (Alta Irpinia e Baronia) si svolge in un paese in ricostruzione. Bisaccia, Bisaccia “nuova”. Fioccano i lavori pubblici ma quei lavori non copriranno mai gli scempi paesaggistici compiuti nei decenni. Non copriranno le pale eoliche né gli edifici ora cadenti del dopo-terremoto. Tantomeno il senso di desolazione. E Bisaccia non è diverso da altri paesi, intendiamoci. Perché tutti appaiono nelle stesse condizioni. Belli d’estate, con il carico di pace e speranze. Tragici nel resto dell’anno. Formikosovo è la definizione data dal sito Irpinia Paranoica. E possiamo dire che i colpi di arma da fuoco esplosi, i mezzi bruciati, danno ragione agli autori.

 

Al consiglio comunale si è parlato di eolico selvaggio. In pochissimi hanno parlato di eolico criminale. E alla fine si è votato un documento che inserisce la parola “attentati” oltre a prevedere una moratoria sugli impianti. Un eolicum. Noi non abbiamo elementi per dire che la criminalità abbia preso possesso dell’affare, questo lo stabiliranno le autorità competenti. Però bisogna avere il coraggio di dire che tra una ventina di sindaci e una quarantina di consiglieri comunali c’era, per la legge dei numeri, chi in qualche tempo forse lontano ha avallato l’installazione di pale eoliche in sovrannumero. E soprattutto chi non ha utilizzato gli strumenti a disposizione di un ente locale per dire “no”. Quindi la parola “passerella”, in generale, non è affatto azzardata. Né la parola ipocrisia, pronunciata più volte da comitati o consiglieri di opposizione.

Lo Stato con gli elettrodotti o la Regione con i vari permessi hanno sicuramente favorito il fenomeno eolico (quello legale) che soltanto ora viene contrastato nella sua faccia peggiore. Ma alla fine, e probabilmente all’inizio, sono stati sempre sindaci e derivati a dire di sì. Non lo si deve nascondere, altrimenti chi oggi ha firmato un documento di moratoria diventerebbe un eroe e qui nessuno lo è. Non c’è ombra di eroi in Alta Irpinia e in Baronia, né tra gli amministratori né tra la popolazione. Una parte della popolazione ha beneficiato dell’eolico, l’altra non si è interessata alla questione. In pochi hanno preteso il paesaggio, parola in voga solo negli ultimi anni. Allo stesso modo si deve pur ricordare come alcuni centri abbiano sempre rifiutato la prospettiva e i ritorni economici delle pale. Togliendo di mezzo il passato, è ora di guardare avanti e stabilire, come dice il buon Michele Di Maio, fresco sindaco di Calitri, che si dovrebbe ripartire da agricoltura, artigianato e poi, nel caso, discutere anche di turismo. Senza compromessi, senza esitazioni.

Siamo comunque in uno dei parchi più grandi d’Europa e francamente fa sorridere una “moratoria” sull’eolico. Fette consistenti di territorio sono già devastate e compromesse, ha ricordato in sala qualche attivista. Allora adesso è il momento di difendersi da eventuali infiltrazioni malavitose. Un imperativo. Ed è il momento di pretendere regole salvando quel che resta, salvandolo da ogni altro scempio. Ma non basta impedire la costruzione di un impianto su un terreno abbandonato, offeso, esteticamente devastato. La sfida è rendere quel terreno produttivo, godibile. Girare in macchina per il Formikosovo nei mesi che non sono estivi è per certi versi disarmante. Con o senza pale. E allora ben venga la proposta ri-avanzata dall’ex sindaco di Bisaccia, Salvatore Frullone. Un consorzio dell’energia, che porti vero “ristoro” alle popolazioni: ai bambini, agli studenti, agli anziani. Verde, parchi gioco, strutture sportive attrezzate, itinerari naturalistici, capannoni ri-abitati da creativi, abitazioni a beneficio di giovani coppie o giovani imprese: oggi queste cose rappresentano un miraggio che si perde tra la nebbia, le pale e l’oscurità delle 17.20. La denuncia è d’obbligo, la difesa pure. Ma se non attacchi la partita è sempre persa.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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