L’industria tra San Mango e Luogosano: Zuegg e tante vertenze

L’ultima tappa prima della pausa estiva del nostro viaggio tra le aree industriali nate nel dopo terremoto, sotto la spinta della legge 219/81, ci porta dall’Alta Irpinia al Calore. Siamo tra San Mango e Luogosano dove tutto è Zuegg o quasi. Se a Calitri resiste solo il legno, a Lacedonia è il metalmeccanico a prevalere, a Morra de Sanctis ricerca e aerospazio sono i leader del territorio, Porrara si regge grazie alla Ferrero, Conza non decolla e Calabritto ancora non ha trovato un’identità precisa, qui sono l’agricoltura e l’industria che si incontrano e diventano cibo a fare da traino.
Centoquaranta dipendenti in azienda e altri 300 impiegati nei campi: questi i numeri irpini della Zuegg che occupa tre lotti di cui uno dedicato alla depurazione. Nei giorni scorsi l’inaugurazione di una nuova area produttiva, “la fortezza”, in cui trasformare al meglio la frutta coltivata sulle morbide colline d’Irpinia.

Colline tra San Mango sul Calore e Luogosano

Ma nell’area industriale, che per forma somiglia a un baffo incastrato tra il corso del fiume Calore e quello della ferrovia Avellino-Rocchetta, è rimasto poco altro. Su nove aziende previste sono sei quelle attive e non mancano le vertenze aperte.
La Prometal srl chiuse nel 2003: si occupava di decapaggio rotoli in acciaio e lasciò a casa 39 persone; e chiuse qualche anno fa pure la Stamperia Irpina srl (Chiusa) con i suoi 51 lavoratori, così come il Calzaturificio San Mango spa. Dava lavoro a 220 operai, poi nel ’94 l’amministratore unico, il tedesco Helmut Kling, si suicidò e iniziò un rapido declino fino al fallimento. Da qualche anno il lotto dell’ex calzaturificio, uno dei più grandi dell’area, è nelle mire proprio della Zuegg a esso contigua.

Calzaturificio San Mango

Un mezzo Zuegg

Alla I.M.I. spa, storica azienda insediata nel 1986, sono rimasti in 14 a produrre griglie elettroforgiate per il settore edile e si fa uso della cassa integrazione. Alla Arcelormittal, divisione irpina dell’azienda di Piombino tra i leader mondiali dell’acciaio, i dipendenti sono un’ottantina. “Dopo anni di cassa – spiega Sergio Scarpa, segretario provinciale Fiom Cgil – la proprietà ci ha comunicato l’abbassamento delle ore in contratto di solidarietà, che scade il prossimo 30 settembre. Un flebile segnale di ripresa”. L’azienda in passato era stata Tubisud (gruppo Abate), poi La Magona d’Italia e infine Usinor. Il lotto accanto era stato assegnato proprio alla Tubisud Centro di Servizi che avrebbe dovuto dare lavoro a una sessantina di dipendenti, ma a maggio 2014 la Regione Campania ha revocato la concessione del finanziamento per la costruzione dello stabilimento, rientrante nel contratto d’area.

Al settore metalmeccanico appartiene pure la Ecosystem/Lumiterm: a Luogosano dal 2004, l’azienda con una quarantina di dipendenti produce termocamini, caldaie e stufe a pellet. Così come la ex FIM SUD spa, che operava nel settore degli elettrodomestici e dell’automotive con un’ottantina di addetti e non gode certo di buona salute. “Una parte dello stabilimento è andata in fitto di ramo d’azienda alla I.S.& M. che a un anno di distanza dall’operazione ha avviato la procedura di mobilità per 14 lavoratori in esubero (su 37 assorbiti, ndr) – commenta Scarpa – A questo si aggiunge il fatto che la richiesta di concordato preventivo non si è conclusa positivamente presso il Tribunale di Avellino, il che significa che altri 30 operai saranno licenziati”.


Vanno meglio le cose alla EKD Elettromeccanica srl che dal 2009 con una quindicina di dipendenti produce pannelli destinati ad autobus e rimorchi. Occupa il posto che un tempo fu della ex Dragon Sud: azienda con una ventina di addetti diventata famosa per l’estro del suo titolare che oltre a volervi realizzare un parco giochi, per un periodo si era dedicato alla creazione degli anellini “Status single” lanciati dalle televendite di Ambra Angiolini in pieni anni Novanta.
“Con la 219/81 sono stati spesi milioni di euro in finanziamenti e in opere per realizzare infrastrutture – sottolinea il sindacalista Fiom – ma è mancata una vera discussione su ciò che lì si insediava e le scelte dei siti sono state fatte senza cognizione di causa. Nello specifico l’area di San Mango/Luogosano è stretta tra il fiume e strade tortuose che rendono difficile l’accesso agli autotreni. Più in generale manca – conclude Scarpa – un’industria sana, legata al territorio, fornita di servizi e su cui andrebbe aperta una seria discussione in Regione”.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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