Si è conclusa poco fa la videoconferenza tra Prefettura, sindaci, azienda, Confindustria e sindacati sulla riapertura della Ema di Morra De Sanctis. Lo stabilimento riaprirà i battenti martedì 13 aprile. Una settimana più tardi di quanto aveva ipotizzato inizialmente. Una settimana nella quale però, è stata questa la richiesta dei sindaci, si procederà ad attivare una cabina di regia e a fare una mappatura dello stato di salute dei dipendenti sottoponendoli a test rapidi in collaborazione con l’Asl Avellino.
“C’era molta preoccupazione tra gli operai e i cittadini – riferisce il sindaco di Lioni Yuri Gioino che con i colleghi di Calitri, Morra De Sanctis e Teora ha materialmente preso parte alla videoconferenza -. Siamo riusciti a spuntare questo slittamento della data di riapertura. Continueremo a vigilare”. Stefano Farina aggiunge: “Abbiamo chiesto approfondimenti pure su altre realtà che continuano a produrre, come la Ims“.
L’azienda del gruppo Rolls Royce, con i suoi oltre 700 addetti, rappresenta attualmente una delle fabbriche più grandi dell’Alta Irpinia. Eccellenza della produzione aerospaziale, ma in tempi di pandemia da coronavirus la decisione di riaprire immediatamente, avallata lo scorso 3 aprile dalla Prefettura, non aveva lasciato indifferenti le fasce tricolori dell’area. Tutte preoccupate per una possibile esplosione dei contagi visto l’eterogeneità della provenienza dei lavoratori. Acceso il dibattito: la fabbrica produce componenti per aerei, non esattamente un bene di prima necessità. Ma i Prefetti possono autorizzare la ripresa delle attività se gli impianti rischiano di essere compromessi da stop prolungati.
Con due zone rosse (Ariano Irpino e Lauro) e oltre 300 casi, la provincia di Avellino è del resto uno dei territori più attenzionati della Campania. Nonostante questo l’Alta Irpinia finora ha retto bene all’onda d’urto dell’emergenza covid-19. Di qui la necessità di non abbassare la guardia, al punto che i sindaci si era detti già pronti nei giorni scorsi a firmare ordinanze per la chiusura delle strade di accesso ai paesi. La videoconferenza ha trovato una mediazione tra le esigenze del colosso aerospaziale di riprendere la produzione e non restare indietro rispetto alle esigenze di mercato e quelle dei primi cittadini di tutelare la salute delle loro comunità.