Avvio di campagna elettorale difficile per un po’ tutti i partiti. Ne abbiamo parlato con il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Arturo Meo.
Il suo partito ha le idee chiare da tempo sui candidati, che opinione si è fatto del modo in cui si sta approcciando la definizione delle liste nel centrodestra e non solo?
Da tempo sostengo che è assurdo non si sia fatto un tavolo con tutte le forze politiche dello schieramento di centrodestra, un tavolo che sarebbe stato utile a definire meglio il quadro ed evitare spiacevoli episodi di candidature doppie in paesi di soli 5mila abitanti.
Stiamo parlando ovviamente di Montella?
Lo sta dicendo lei. Io non ho nessuna conferma della candidatura di Ferruccio Capone con Forza Italia, se così fosse mi farebbe piacere per lui, ma sottolineo che noi già il 26 marzo presentammo i nostri candidati e tra questi la dott.ssa Genoveffa Pizza, ottima amministratrice, che già in passato ha dato prova di buoni risultati in termini elettorali. Da parte nostra c’è stata massima correttezza, forse qualcun altro non lo è se ci accusa di aver puntato su di lei. Trovo tutto questo assurdo, ma se dovessero essere candidati entrambi significherà che a Montella il centrodestra farà un grosso risultato. Ad ogni modo è impensabile che il 29 aprile ancora non si conoscano i candidati, e questo vale anche per il PD, le cui minoranze a livello provinciale pesano più della maggioranza, ma non trovano udienza delle loro proposte. Tutto molto democratico… e a proposito di democrazia, nel 1924 Acerbo scriveva le leggi fascistissime che esautoravano il parlamento della sua funzione – glielo dice uno che viene da una storia politica fatta di militanza nell’Msi e in Alleanza Nazionale – eppure Mussolini aveva un consenso popolare ben maggiore di quello che ha oggi Renzi. Il premier governa perché votato dal 17% degli italiani, se consideriamo l’alto astensionismo, ma con le sue azioni ha archiviato abbondantemente la pagina storica del fascismo. E sono felice di leggere che Giuseppe De Mita non voterà la fiducia sull’Italicum. Ma questa è un’altra storia.
Torniamo sul punto allora. Quale risultato consentirà a Fratelli d’Italia di dire “abbiamo vinto le Regionali”?
Nel 2013 abbiamo iniziato il lavoro ottenendo poco più dell’1%; all’Europee dell’anno dopo, nonostante non avessimo un candidato espressione del territorio, eravamo al 3,5% che significa una crescita di 6mila preferenze nonostante il -10% di affluenza alle urne. Oggi puntiamo al 5% che ci consentirebbe di entrare in consiglio regionale per la prima volta con un nostro consigliere eletto e non ripescato. In questi due anni abbiamo intensificato molto il lavoro e le presenze in provincia, non abbiamo nulla da promettere e mercanteggiare e siamo convinti che la gente premierà la nostra coerenza e la nostra proposta a garanzia dei territori.
E per cosa si caratterizza questa proposta? Lei sa bene che il suo candidato presidente, Stefano Caldoro, è stato spesso accusato di disattenzione rispetto alle aree interne. Se riuscite a eleggere un vostro consigliere, su cosa non transigerà?
Confesso che non ho condiviso tutto di Caldoro in questi anni, anche se non dobbiamo dimenticare che prima di lui c’erano stati dieci anni di Bassolino. In Italia ci ricordiamo ancora che 70 anni fa ci fu fortunatamente la liberazione dai nazisti, ma non i danni di quella stagione in cui la classe dirigente campana è stata spesso, se non connivente, quanto meno quiescente rispetto a tante questioni. La disattenzione verso le aree interne è dipesa, credo, dalla necessità di tenere in piedi certi equilibri che ha costretto i consiglieri eletti ad adeguarsi. Bisognerà ora lavorare molto per creare occupazione ad Avellino e pure a Benevento puntando sulla terra e rimboccandoci le maniche. Qui invece ha sempre prevalso la logica del posto fisso e della lamentela. Dobbiamo ricreare il tessuto connettivo della provincia, a partire da una città che è solo rotonde e cantieri. A noi piace lamentarci, come fanno gli avellinesi che hanno votato Foti, ma sono certo che si ripresenterà e vincerà di nuovo. Bisognerà fare molto per assicurare una sanità efficiente a tutte le aree della provincia e la mobilità. Hanno chiuso i tribunali minori, ma hanno messo in condizione gli avvocati di recarsi in tempi brevi ad Avellino o Benevento?
Caldoro vincerà?
Vincerà, ma se non dovesse accadere, il giorno dopo andremmo a votare di nuovo. O in Italia la legge vale solo per Berlusconi? Che tra l’altro non ho mai votato.