Ancora una fumata grigia sulla scelta del nuovo capofila del Progetto pilota Alta Irpinia. La discussione, intavolata ufficialmente a inizio mese, non ha ancora trovato un punto di approdo, tanto che la riunione prevista ieri pomeriggio a Calitri è saltata. Rinviata a data da destinarsi. Per il ministero della Coesione, quindi, manca ancora un tassello fondamentale della nuova governance dell’area interna altirpina: formalmente il capofila è ancora Nusco, ma con l’avvicendamento al vertice tra Ciriaco De Mita e Giancarlo De Vito va individuato un nuovo ente.
Se l’ipotesi Comune di Calitri sembrerebbe tramontata già nel corso dell’assemblea di dieci giorni fa e quella di Aquilonia non ha convinto nessuno da subito, si registrano ancora posizioni discordanti tra chi vorrebbe capofila la Comunità montana Alta Irpinia e chi spinge per la designazione di un Comune grande e con una dotazione organica più consona a supportare la mole di lavoro prevista. In ballo ci sarebbero per ordine di abitanti Montella e Lioni, gli altri a seguire.
Non è la prima volta che la Città dell’Alta Irpinia si impantana in cavilli e regolamenti, burocrazia e procedure. Era accaduto di recente per l’elezione del nuovo presidente e l’adozione della convenzione: l’intero pacchetto ha necessitato di circa sei mesi di trattative per concretizzarsi. In passato – gli appassionati del genere lo ricorderanno – si era discusso per mesi e mesi di rup e adesioni formali a partenariati. Mettiamoci pure la campagna elettorale per le Provinciali attualmente in corso, con il sindaco di Montella Rino Buonopane candidato alla presidenza e altri sei amministratori a contendersi un posto nel Consiglio di Palazzo Caracciolo (Luigi D’Angelis di Cairano, Rosanna Repole di Sant’Angelo dei Lombardi, Yuri Gioino di Lioni, Giovanni Cardillo di Calitri e i consiglieri di opposizione a Montella e Bagnoli, Rosalia Passaro e Marilena Vivolo), e il gioco è fatto.
Nulla di nuovo sotto al cielo. Se non fosse che la rivoluzione della governance degli ultimi tempi (nuovo vertice e costituzione di un comitato direttivo) doveva essere foriera di un cambio di passo, di una accelerata per cogliere le opportunità del Pnrr. E pure il presidente Giancarlo De Vito aveva avvertito tutti nell’ultima riunione: “Il fattore tempo gioca contro. Me ne sto accorgendo nei colloqui quasi quotidiani con l’Agenzia per la Coesione. Darsi un’organizzazione, individuare gli obiettivi e chi fa cosa, è l’unico modo per aggirare l’ostacolo tempo e fare ciò che dovremmo”. E aveva pure aggiunto parole molto condivisibili: “Le commissioni non devono rincorrere i bandi, ma progettare ciò che serve al territorio. La ricerca del finanziamento viene dopo”.
Si sa: la fretta è cattiva consigliera. Ma, caduto l’alibi della gestione non collegiale della Città dell’Alta Irpinia, vorremmo finalmente vedere i sindaci alla prova sul terreno delle idee e delle proposte, dopo anni di melina.