Pietro Foglia, presidente uscente del Consiglio regionale, uomo di punta del Nuovo Centrodestra in Irpinia gioca per la riconferma in Regione forte della scelta di restare accanto a Stefano Caldoro.
Presidente, una campagna elettorale di molte polemiche sulle liste, gli accordi, le vicende giudiziarie che toccano diversi candidati, a partire da lei. La sua campagna elettorale come è stata?
Noi abbiamo parlato molto di quello che abbiamo fatto e delle intenzioni per il futuro. Attorno a noi non vedo proposte da parte di chi si candida a presidente della Regione Campania e neppure da parte dei diversi candidati consiglieri. Non parlano di fatti, non forniscono dati o numeri, non si parla di programmi. Non si dice è stato fatto questo e si è sbagliato in quest’altro. Di fronte a tutto ciò diventa difficile controbattere e rispondere alla demagogia e al populismo deluchiano, che racconta falsità e alimenta speranze, giocando con le emozioni della gente.
Cito due temi concreti: il primo è la sanità. Per Caldoro risanata, per le opposizioni non più in Irpinia adeguata ai Lea.
Ancora con questa storia… Vorrei sottolineare che non è Caldoro a dire che la sanità è stata risanata, ma il ministro Lorenzin che ha certificato i progressi compiuti dalla Campania in un settore, quello della sanità, ridotto allo sfascio dalle due giunte Bassolino e che oggi può tornare a essere un’eccellenza, al punto che il turn over parziale può riprendere.
Quindi le parole del consulente di Renzi, venuto a Villamaina qualche settimana fa (“chiunque vinca, la sanità campana sarà commissariata”, ndr) non la impensieriscono?
Sono le parole del consulente di Renzi, io ripeto che abbiamo i dati del ministero della Sanità a certificare il nostro operato. De Luca ha come consulente Zuccatelli, quello del decreto che ha chiuso gli ospedali, di che stiamo parlando? La sanità è stata commissariata a causa dei danni di Bassolino e alla sua gestione dissennata.
L’altro tema è l’agricoltura. Lei è stato presidente della commissione dedicata in Consiglio regionale. Qualche giorno fa Corrado Martinangelo, della segreteria particolare del ministro Martina, ha detto a Serino che il nuovo Psr ha ricevuto dall’Europa oltre 600 osservazioni. Cosa ci può dire a riguardo?
Martinangelo è uno che un tempo diceva di essere esperto di industria, oggi lo è di agricoltura. A me sembra un personaggio in cerca di autore. Sulla questione posta le posso dire che il Psr è stato finora tracciato solo per capitoli e non siamo ancora nella fase attuativa, cioè alla definizione delle misure da realizzare. Se Martinangelo vuole un confronto pubblico, sono pronto a concederlo, anzi sono pronto a farlo confrontare con i funzionari regionali. Quanto al vecchio Psr, il dato certo è che abbiamo evitato il disimpegno perché tutte le risorse disponibili sono state erogate nel 2014.
Cambiamo completamente argomento. Questa è stata anche la campagna elettorale della resa dei conti tra lei e Ciriaco De Mita che qualche giorno fa ha dichiarato che, tornando indietro, la rivoterebbe. Lei invece rifarebbe tutte le scelte che lo hanno portato oggi a correre da avversario di De Mita?
Certamente anche io rifarei tutto, rifarei anche la scelta di lasciare l’Udc perché la fine di quella forza politica è stata certificata dallo stesso Casini recentemente, e di ciò era convinto anche il presidente De Mita quando ne abbiamo discusso. Non rimpiango nulla quindi.
Non crede che ne siate usciti entrambi indeboliti?
No, io credo che oggi noi siamo più forti di prima. Poi saranno gli elettori a decretarlo nelle urne domenica. La mia può essere solo una previsione.
Quale risultato crede possa ottenere Ncd in Irpinia e Campania?
Credo avremo nella nostra provincia una performance a due cifre e lo stesso a livello regionale. Sono decisamente ottimista e penso faremo benissimo.
E a chi fa insinuazioni sulla cosiddetta fuga degli amministratori Udc verso Ncd, cosa risponde?
Dico che chi si avvicina al nostro partito è ben accetto, e che questo accade partendo dalla condivisione di un progetto e ritrovandosi nel pensiero che sta alla base di Area Popolare.