Una lunga giornata di incontri e confronti per la commissione parlamentare Antimafia in visita ufficiale presso la Prefettura di Avellino. Il Presidente, Rosy Bindi, ha incrociato i massimi esponenti delle forze dell’ordine presenti sul territorio per fare il punto sulle più spinose criticità presenti nella provincia di Avellino. Al suo fianco i componenti parlamentari, Mara Carfagna, Rosaria Capacchione, Marcello Taglialatela e Marco Di Lello. Ad inaugurare la giornata il padrone di casa, il Prefetto di Avellino Carlo Sessa, seguito a ruota da Franco Di Pietro per l’Arma dei Carabinieri, Maurizio Ficarra per la Questura, Antonio Mancazzo per la Guardia di Finanza.
Nel pomeriggio, è stata la volta dei Procuratori della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo e Nola, Paolo Mancuso, del Procuratore di Salerno Corrado Lembo e del Procuratore aggiunto della DDA di Napoli Giuseppe Borrelli. Presente stamane in Prefettura anche Francesco Soviero, pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Punto focale della discussione la situazione difficile che vive il Vallo di Lauro. Di fondamentale importanza, dunque, l’audizione con i sindaci di quel territorio e con i responsabili dell’associazione Libera contro le mafie.
Netta la presidente Bindi, nell’illustrare, nel corso di una conferenza stampa, i risultati dei lavori: “Abbiamo preso atto della gravità della situazione – ha spiegato – e stiamo attenzionando il fenomeno. La camorra, nel corso degli anni, ha cambiato aspetto, dobbiamo essere bravi, per contrastarla, a mutare anche il nostro punto di vista”. Un problema tanto evidente quanto complesso da gestire: “Il Vallo – ha aggiunto – è una zona critica. Quel che accade in quella zona fa sentire le sue conseguenze tanto a Napoli quanto a Salerno, la famiglia Cava e Graziano non sono certamente realtà isolate, al contrario”. Luci puntate, dunque, anche sui clan: “Dobbiamo capire – ha spiegato la Bindi – come si stiamo riorganizzando. I capi sono in carcere ma bisogna guardare alle nuove leve, siamo preoccupati per il ricambio generazionale. Parliamo di una presenza pericolosa che ha grande capacità di relazione”.
E a chi le chiede se il capoluogo e il resto della provincia siano immuni risponde netta: “Nessun territorio lo è. La realtà cambia e con essa i clan che si adattano. Noi dobbiamo saper fare altrettanto”. Un allarme forte e circostanziato, dunque, al quale le forze dell’ordine hanno risposto con la richiesta di maggiori risorse di uomini e mezzi sul campo. A tal proposito Bindi ha anche spiegato quale sia, secondo lei, la chiave per battere la criminalità: “La malavita – ha detto – si contrasta con un ottimo lavoro di intelligence, una magistratura attenta e città investite di maggiore consapevolezza e responsabilità oltre, naturalmente, a lavoro e sviluppo”.
Grande attenzione, inoltre, sarà rivolta al fenomeno dell’eolico. Nelle scorse settimane, infatti, era stato l’onorevole di Sel, Giancarlo Giordano a sollevare il problema della criminalità legata al business del vento coinvolgendo la Commissione nella vicenda.
A quanto pare nessun chiarimento è arrivato con il governatore Vincenzo De Luca.” Se le offese sono pubbliche – ha tuonato – anche le scuse che ne derivano dovrebbero essere pubbliche. Voi avete letto qualcosa sul giornale? Io no”.