Oltre ottanta tappe in due giornate e ultima notte a San Nicola Baronia prima della volata finale che stasera, 8 dicembre alle 20.00, chiuderà ad Avellino nel piazzale della Prefettura la seconda edizione de “Il Pino Irpino”. Il tour ideato lo scorso anno da sei giovani innamorati della loro terra ha percorso nella seconda giornata l’Alta Irpinia (nella foto Lioni) arrivando fino al confine con la Basilicata.
Comune dopo comune, borgo dopo borgo, paese dopo paese, il furgoncino de “Il Pino Irpino” sta macinando chilometri e seminando allegria nelle piazze della provincia. L’iniziativa porta – tra gli altri – la firma di Francesco Iandolo che per l’occasione ha svestito i panni di Libera e indossato quelli del promoter di un’Irpinia fatta di piccole realtà, di luoghi spesso dimenticati, in apparenza chiusi, ma che attendono solo di essere scoperti e raccontati; di cibi tipici che fanno delle varianti di campanile la ricchezza della nostra enogastronomia, di visi giovani e meno giovani che hanno deciso di restare o tornare nella loro terra, nonostante a volte sia davvero difficile dichiararle “ti voglio bene”.
#Irpiniativogliobene è proprio uno degli hashtag scelti per accompagnare i sei coraggiosi nel tour de “Il Pino Irpino”. 118 Comuni per 118 sfumature che dipingono la tela della verde Irpinia. Rispetto alla prima edizione, improvvisata pochi giorni prima della partenza, quest’anno il viaggio solidale (l’obiettivo è infatti quello di raccogliere donazioni di beni necessari da redistribuire a chi è in difficoltà, ndr) ha potuto contare su un’organizzazione più ragionata. Domani si potranno tirare le conclusioni. E’ certo però che “Il Pino Irpino” ha dimostrato per il secondo anno che per mettere in piedi iniziative belle e valide non occorrono necessariamente ingenti risorse economiche. Ma perché diventi anche un’occasione di promozione del territorio al suo interno e verso l’esterno servirebbe realizzare nel 2016 – quando molto probabilmente l’esperienza si ripeterà – un piccolo salto di qualità. Magari a partire dalla comunicazione dell’evento che al di fuori dei canali social e virtuali è sembrata ancora debole. Il messaggio che dovrebbe passare è “Il Pino Irpino” è per tutti e tutte le età, è molto più che un selfie tra ragazzi. In alcuni paesi amministrazioni, Pro Loco e associazioni sembrano averlo già capito, in altri si procede più a rilento.
Per il resto, va dato merito a questi sei giovani di aver impegnato tempo e risorse per ideare qualcosa di utile, più che a se stessi, agli altri. Una rarità di questi tempi, che porta una ventata di altruismo, che aiuta a sentirsi parte di una comunità allargata e a volersi e volerci un po’ più bene. E se anche servisse solo a regalare un sorriso sarà stato comunque un contagio positivo.