Ultime tappe per il Movimento Cinque Stelle. Oggi a Sant’Angelo dei Lombardi il deputato Carlo Sibilia insieme agli attivisti locali e ai candidati Carosella e Guidi. Un’occasione per una chiacchierata alla vigilia del voto.
Sibilia, campagna elettorale ormai agli sgoccioli. Lo schema è stato semplice. Il centrosinistra ha attaccato Caldoro sui tagli. Il centrodestra ha detto che i tagli erano necessari, dovuti alle precedenti Giunte. E che ora ci sarà la rinascita. In mezzo a questo schema ci siete voi. Ritenete di aver spiegato tutto e bene?
“Beh la campagna elettorale è stata anche caratterizzata dagli impresentabili di destra e di sinistra. Ma tornando alla riflessione, il punto è che tutti hanno parlato di tutto senza dire cosa vogliono fare. Nessuno ha affrontato nello specifico il caso dell’ospedale di Bisaccia. Noi la proposta ce l’abbiamo, quella di riportare i venti posti letto di lungodegenza. Chi è responsabile dei tagli, e quindi Caldoro e le sue liste, non può parlare. Allo stesso modo non possono parlare quelli del Pd che non li hanno ostacolati”.
Insomma, non si salva nessuno?
“Direi proprio di no. Mi dice come si fa con quello che è successo con le trivellazioni? Oggi l’argomento è diventato speculazione. La realtà è che in nessuno ha fatto la sua parte. O meglio, tutti hanno fatto sì che questo rischio sia vicinissimo. Dal Pd che vota lo Sblocca Italia e qui in Irpinia si professa No Triv, al centrodestra che con alcuni suoi esponenti addirittura ha la faccia tosta di dirsi contrario alle trivellazioni. Fino ai comitati che fanno riferimento ai partiti, con il loro atteggiamento vile”.
Ma c’è un candidato che le è almeno simpatico?
“Mi era simpatico Francesco Todisco. Ma il Civati d’Irpinia sempre un Civati resta, non va da nessuna parte. Ha avuto anche il coraggio di criticare le nostre proposte sull’Isochimica. E’ in un partito con degli indagati per il caso Isochimica, lui se lo ricordi”.
E invece, venendo ai comitati No Triv, ritiene utile che possano unirsi in un unico fronte?
“Non lo so. I comitati devono collaborare con la parte politica che conduce una battaglia seria contro il petrolio. Ora c’è chi vuole cavalcare la protesta, come Roberto Buglione. Ma la battaglia si conduce soprattutto in Parlamento e nelle altre sedi decisionali. E solo noi abbiamo dato prova di coerenza. La daremo anche in Regione”.
Il rilancio dell’agroalimentare è un altro argomento di cui tutti più o meno hanno parlato. Lei pensa che questo rilancio, che ovviamente si estende all’ambiente e al turismo, sia possibile? E in tutta la provincia?
“La nostra posizione sullo sviluppo è chiara. In primo luogo lì dove abbiamo potuto decidere e incidere a livello politico sono state messe in campo misure a favore del reddito, per i giovani e i disoccupati. Come in Molise…”.
Sì ma entriamo in Irpinia. Si riesce a fare a meno dell’industria?
“Volevo finire la prima risposta, ma rispondo volentieri a questa domanda. Si può fare a meno dell’industria pesante, ma si deve sviluppare molto meglio il comparto enogastronomico. E quindi torniamo alla battaglia delle battaglie, il petrolio. Se c’è il petrolio non si può parlare di enogastronomia, mi pare chiaro. Quello che mi fa rabbia è che chiunque passi da qui resta impressionato dai nostri paesaggi. Ora mi ricollego un attimo alla parte sul reddito di cittadinanza”.
Prego…
“Vede, io penso che solo dando ai giovani la possibilità di fare qualche investimento si può discutere di sviluppo, piccole produzioni di pregio, reti turistiche…”
Ok ora è chiaro. A proposito di queste reti. Molti hanno tirato in ballo proprio la legge sul turismo, che “favorisce il turismo dal basso coinvolgendo le Pro Loco”. Che ne pensa?
“E che devo pensare? Al di là del fatto che in una città come Avellino manchi addirittura un ufficio turistico, e che quindi a volte parlare di turismo è come parlare di fantascienza, penso che molte Pro Loco siano centri di potere. Alcune lavorano bene, ma in generale qui tutto è partitico. Se non usciamo fuori dalla logica dei partiti, beh non ci sarà nessuno che possa raccontare il territorio in maniera sincera”.
Insisto sull’industria. Tavoli e proposte di rilancio sulle aree di crisi. Qualcosa si sta muovendo. O no?
“Fermo restando che noi non vogliamo far perdere il posto di lavoro a nessuno, e che quindi non siamo contro le fabbriche a prescindere, penso che il più delle volte si discuta di annunci non seguiti dai fatti. Famiglietti è l’esempio di questa strategia. A Roma non c’è niente di niente in palio per l’Irpinia. Ma voglio aggiungere un’ultima riflessione. Vede, certa industria sarà perdente in partenza. Il mondo cambia. La mobilità intesa come la conoscevamo prima non esisterà più e quindi non si può puntare sulle macchine. Il car sharing è già realtà. Guardiamo al futuro! Il 31 intanto si sceglie e noi siamo pronti alla nuova avventura in Campania”.