“Oggi ci sono 4 centri in cui la rete creata da Comune, parrocchia, comunità e scuola ha generato buoni frutti”. Così il sindaco Rosanna Repole nel corso del convegno su “Comunità e associazioni: le politiche dell’accoglienza” promosso con le Acli nell’Episcopio di Sant’Angelo dei Lombardi nel pomeriggio. “Ma cosa succede oltre gli Spraar? Bisogna riprendere il lavoro delle Acli e attraverso di esse gestire il post emergenza-accoglienza che significa consultori giuridici ad esempio”. E’ questa la proposta emersa dal dibattito e portata all’attenzione della presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio.
“Abbiamo una tradizione di emigrazione e dobbiamo avere lo sguardo lungo di capire che chi arriva in Italia è forza ed energie nuove per rimetterci in moto”, ha esordito la D’Amelio secondo cui sarebbe conveniente per contrastare lo spopolamento “fare nostro l’invito di Papa Francesco ad accogliere famiglie nelle parrochie, e nelle case”. A Franco Arminio saranno piacevolmente fischiate le orecchie.
Un’idea condivisa anche dal presidente nazionale delle Acli Gianni Bottalico: “I migranti sono un antidoto all’abbandono delle terre. L’agricoltura sociale è un’opportunità. Certo non possiamo tenerli in un’appartamento a dormire. Andiamo avanti con queste esperienze e rafforziamole. C’è chi strumentalizza, noi lavoriamo per una proposta politica coerente per farsi che i diritti dei deboli non diventino diritti deboli” – ha aggiunto il numero uno Acli.
“C’è una legge del 2007 che promuove il sostegno agli immigrati e all’integrazione di culture diverse. C’è quindi – ha spiegato la presidente del Consiglio regionale – una legge regionale già valida che va applicata, mentre quelle non adeguate mi impegno a migliorarle”.
Tagliente la riflessione del presidente del Consorzio dei Servizi sociali Alta Irpinia Vito Farese: ‘Quando dal 1950 a oggi sono emigrati 27 milioni di italiani, perché nessuno ha polemizzato?”.