Affrontare la questione culturale, ambientale e socio-economica dell’Alta Irpinia senza eccessivo coinvolgimento, senza esagerazioni, risulta davvero molto difficile. Ci proveremo, ma il tentativo sarà senza dubbio maldestro e ce ne scusiamo. A Conza della Campania sono iniziati i lavori per l’installazione di pale eoliche, questo il punto di partenza. A ridosso di uno degli scorci più fotografati d’Irpinia insieme a Cairano. Una delle cartoline d’Irpinia. Come spesso accade, nessuno sembra poter bloccare granché. Quel parco eolico è stato concepito e approvato anni fa, quando si levava troppo flebile la voce di associazioni e comitati; che invece in questi ultimi anni hanno richiamato l’attenzione sui temi dell’ambiente come constatato pure dal Procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo.
Non vogliamo necessariamente prendere posizione contro le pale o a favore degli impianti. Vogliamo limitarci a far emergere le contraddizioni che interessano tutta l’area, non certo soltanto a Conza e immediati dintorni. L’eolico stride, cozza, poco si armonizza. Non solo con il paesaggio, questo potrebbe anche essere oggetto di dibattito. Ma con anni di proclami, parole, buone intenzioni, progetti, progetti su come fare i progetti, progetti su come progettare un progetto pilota. Con la valorizzazione e la promozione, i prodotti tipici e il teatro. Con i borghi e il rilancio dei borghi. Con la parola turismo naturalmente, Con la ferrovia turistica, a meno che non si vogliano utilizzare i binari per trasportare piloni.
L’eolico, ma in generale tutto ciò che mangia il territorio, fa a pugni con le nuove sensibilità che stanno crescendo e che anche a causa della velocità con cui si distrugge il tutto, e la lentezza con cui si creano opportunità su cultura e paesaggio, non trovano sfogo economico. Nuove sensibilità, su ambiente e paesaggio, che proprio perché non trovano sfogo economico vengono malviste o addirittura osteggiate dall’opinione pubblica, dagli stessi ragazzi inoccupati o disoccupati che legittimamente chiedono lavoro, uno stipendio, qualche centinaia di euro al mese, poco importa se queste vengano da una fabbrica o da un museo.
Proclami e buone intenzioni iniziano a essere insopportabili quando l’unica via verso uno sviluppo tangibile è qualcosa di legato a un impianto, che sia di compostaggio o del vento. A Conza, e questo speriamo sia ormai noto, esiste un’area archeologica incredibile. Se solo si trovassero poche decine di migliaia di euro potrebbe essere messa quantomeno in sicurezza. Offrire serie opportunità economiche, visitare per credere. E’ inserita in un progetto del progetto pilota altirpino? D’accordo. Ma nello stesso progetto che si è impantanato da mesi sull’azienda forestale: impantanato su questioni burocratiche e di leaderdship del segmento forestazione, s’intende.
I fondi continuano ad arrivare su eventi e cultura ma sarebbe populismo becero dire “perché con i soldi dello Sponz non diamo lavoro ai giovani?”. E’ populismo senza senso, lo ribadiamo. Ma se Calitri dovesse diventare un’isola circondata da torri e tralicci che senso avrebbero ulteriori spinte? Di distretto turistico nemmeno a parlarne, non abbiamo visto un’iniziativa che sia una a due anni dalla nascita del soggetto. Anche la ciclovia Caposele-Leuca sta diventando un mantra. Qualche altro mese e potremmo definirla the new Lioni-Grottaminarda, ma a due ruote. Le energie della politica e dello spettacolo sembrano orientate sui piccoli paesi, vedi Cairano. Non sull’abbandono in cui versa l’ex meta turistica di Bagnoli-Laceno, almeno per il momento. Dal punto di vista di chi scrive, ma magari si sbaglia, è come truccare una donna mentre le gambe rischiano di andare in cancrena. E potremmo continuare per ore, parlando dei musei che non creano indotto. Dei percorsi che non riescono a trovare luce, come i contratti di fiume.
Tanto varrebbe dirlo subito. Alta Irpinia territorio del vento e dell’energia, magari in futuro dei rifiuti e di qualche fabbrica riaperta a singhiozzo giusto per dare la necessaria speranza, per non far impazzire completamente le persone. Ditelo! Da queste parti il posto come addetto alla pala eolica, guardiano dell’impianto dei rifiuti, sarà il tuo futuro caro laureato in lettere e filosofia di questo paio di pale! Altro che marketing territoriale e percorso museale! Ottenere un po’ di chiarezza sarebbe bello, naturale, rassicurante. Volete fare dell’Alta Irpinia un sito produttivo con le stazioni da deserto statunitense, con qualche omone col cappello da cowboy che ogni tanto viene a rifornirsi di alcol e prostitute nel motel del paesino dei bifolchi addomesticati? Non c’è problema, se questa è la volontà della classe dirigente locale, dai sindaci agli onorevoli, bisognerà iniziare a costruire motel.