Uno stand informativo per sensibilizzare gli avellinesi, e non solo, sul tema del randagismo. Domani, in occasione della Festa della mamma, l’Associazione Nazionale Protezione Animali, Natura e Ambiente (a.n.p.a.n.a.), sarà presente nei pressi della chiesa di San Ciro, dalle 9:00 in poi, per informare e sollecitare i cittadini ad interessarsi ad un problema che non esistano a definire «sociale».
Gli attivisti doneranno una piantina a chiunque vorrà lasciare un’ offerta a supporto della causa che da anni, ormai, stanno perorando. «Sia chiaro – spiega Gaetana Iannaccone, tra i responsabili dell’associazione – non saremo lì a vendere piante, il nostro sarà una vero e proprio stand informativo per porre l’ accento sul grave problema della gestione del randagismo sul territorio».
Proprio a tal proposito, LegaAmbiente, in un’inchiesta nazionale dal titolo “4 zampe in città”, ha classificato Avellino maglia nera per il randagismo: «I ritardi dell’ amministrazione comunale, dell’attuale come della precedente, sono certamente la principale causa di questo pessimo risultato – spiegano -. Non sono state messe in campo campagne di sterilizzazioni efficaci così come non sono mai state facilitate le adozioni dai canili. Inoltre, cosa ancor più importante, non si rispettano pienamente le leggi regionali e nazionali sulla tutela dei randagi».
Il problema, secondo gli attivisti, può essere valutato anche da un punto di vista economico: «Analizzando dei semplici dati è facile intuire quanto potrebbe risparmiare un comune con una giusta gestione del randagio. Basta immaginare che, ai paesi più virtuosi, ogni cane costa mediamente 2 euro al giorno mentre i costi dei randagi gestiti dai canili di competenza del comune di Avellino si attestano al triplo».
Altro tasto dolente, secondo gli esperti dell’A.n.p.a.n.a. sarebbero le ordinanze emesse dall’amministrazione di Piazza del Popolo: «Ci sono ma sono poco chiare. La verità è che ad Avellino nessuno sa chi deve fare cosa. Le leggi ci sono bisognerebbe farle rispettare, c’è un passaggio della legge regionale, ad esempio, che obbliga i comuni a specificare, in un apposito sito internet, quanti cani sono ci sono sul territorio e in che condizioni versano. Il comune di Avellino ha il portale ma è del tutto confuso. Inoltre, manca la trasparenza, basti pensare che ci hanno consegnato dopo un anno esatto delle documentazioni che avevamo chiesto e, ad oggi, non sappiamo in che stato siano i cani randagi di Avellino. Siamo convinti che questa sia una grave forma di crudeltà oltre che una presa in giro per i cittadini»
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