Oggi è stato presentato un piano che prevede 300 posti di lavoro nell’area industriale Lioni-Nusco Sant’Angelo. Un piano che guarda al Progetto Pilota e che coinvolge varie aziende. Vediamo le iniziative degli ultimi anni a proposito di industrie e sviluppo.
Il percorso di rinascita delle aree industriali della provincia, e in particolare di quelle nate nel dopo-terremoto in Alta Irpinia, è costellata di annunci, speranze. E pure di fallimenti. Il 22 maggio del 2012 fu licenziata in Regione Campania la Proposta di Legge relativa ai “Provvedimenti in materia di suoli industriali”. Un provvedimento che doveva favorire la riutilizzazione dei suoli e dei reliquati per nuove iniziative industriali, evitando che immense aree industriali diventassero cimiteri di fabbriche dismesse. In prima linea i consiglieri regionali Rosa D’Amelio e Pietro Foglia. Soddisfazione per la strada intrapresa. Poi però quella legge non trova attuazione in Regione. In pratica resta lettera morta.
Il 6 agosto del 2014 viene annunciata un’altra iniziativa, che per certi versi doveva intervenire sulle stesse aree. Il Governo, su impulso del deputato Luigi Famiglietti, si impegnò ad attivare un tavolo di confronto permanente al Ministero dello Sviluppo Economico. Un tavolo con tutti i soggetti istituzionali del caso e le parti sociali: sindacati, consorzi Asi e organizzazioni di categoria del mondo produttivo. Il rilancio delle aree industriali, nate con la legge 219 e oggi drammaticamente in declino, doveva passare dunque attraverso quel tavolo. Anche qui, nessun seguito concreto.
Nasce poi il percorso del Progetto Pilota, e parallelamente si notano altre iniziative, non necessariamente legate ai posti di lavoro ma incentrate sull’ambiente (la depurazione resta un problema e il contratto di fiume Ofanto vuole risolverlo). Sul Progetto Pilota c’è invece un po’ di confusione sulle opportunità (e sulle regole stesse del progetto). Ora, piano piano, si sta partendo. Ed è significativo che sia stato citato anche oggi dal leader della Fismic, Zaolino, e dalla D’Amelio. Loro hanno parlato di fondi da utilizzare per creare 300 posti di lavoro. Vedremo le reazioni e soprattutto seguiremo gli sviluppi concreti di una bella iniziativa che si spera non diventi l’ennesima lettera morta.
Non tutto è nero, questo è bene ricordarlo. Le aree industriali in netta crisi, almeno in Alta Irpinia, sono essenzialmente due. Calitri e Conza. più lieve il decremento di occupati per Lioni-Nusco-Sant’Angelo. Ma qui, per gli spazi e le opportunità, è assolutamente necessario intervenire. Nell’area industriale di Morra De Sanctis si assumerà anche nei prossimi mesi. Ema e Altergon, dove si sta allestendo un capannone e tramite un accordo di programma verranno assunte 100 persone circa, sono gli esempi migliori dell’industria che funziona.
(Nella foto la Ema di Morra, poco prima della visita di Matteo Renzi)