Essendo uno Sponz all’incontrer, ieri la mia giornata comincia di mattina. Alla stazione di Calitri, non lontana dalla Ruvo-Rapone di Franceschina la Calitrana, arriva quel treno che la manifestazione aveva sognato nella penultima edizione. Ho sonno, lungo l’Ofantina la macchina di Vincenzo De Luca ci sorpassa agevolmente. Vado a 50 chilometri all’ora io, non di più! Troviamo il governatore a Calitri scalo, lui sale sul treno storico insieme alle altre autorità e noi sulla carrozza stampa. Ci sono i giornalisti scettici e quelli entusiasti. Io prima ero un trenoscettico, col tempo mi sono ricreduto. Non per qualcosa eh, non sono diventato improvvisamente romantico, paladino della mobilità dolce. Cioè un po’ sì, penso infatti che l’unico mezzo che possa legare un paese come Lacedonia a uno come Taurasi sia proprio il treno. Ma soprattutto dopo anni di chiusure e porte in faccia non mi pare proprio giusto che metà Irpinia si lamenti e pigli in giro chi per questo treno si è impegnato, Pietro Mitrione soprattutto. Per dirla papale papale, tutti si lamentano dell’industria che inquina o delle pale eoliche, finalmente si tenta qualcosa di potenzialmente buono e non impattante… Ma parte inevitabile e stucchevole il pippone fatalista e qualunquista. “E i soldi pubblici? E i bimbi scemi? E il lavoro che non c’è? E le passerelle?” Tenetevi le pale eoliche e i fiumi impestati! Portiamo le trivelle e cerchiamo il petrolio allora! Che vi devo dire?
Mi sponzo in carrozza per il caldo, mi sponzo alle stazioni. Mi sponzo oltremodo e inizio a decompormi in quella di Lioni dove gli organizzatori hanno avuto l’ottima idea di un comizio sotto il sole a 30mila gradi. Ma c’è chi non si sponza: sono i politici, le autorità. Ma come fanno? Come fanno a non sudare mai? Eppure si muovono, parlano, stringono mani. Vabbè, Rosetta D’Amelio di solito tiene il ventaglio ma gli altri? Niente, giacca e cravatta e non una goccia sul viso. Tutti sempre precisi, prendi Vicienzo.
Però a De Luca cade la lacrima, sul viso, quando ricorda nonno e padre che prendevano la ferrovia che lui ha contributo a riaprire. Ci sarà modo di valutare l’impatto del treno, la sua sostenibilità. Nel frattempo l’Irpinia si divide, hai visto che novità? Dopo qualche ora a casa è di nuovo tempo di festa allo Sponz. Verso Calitri, per la milionesima volta! Ad accogliermi sono le note di Jeff Buckley prima del concerto di Marc Ribot, che per la verità opta per qualche pezzo di resistenza, tipo Bella Ciao cantata this is the flower of the partizan, who died for freedom. Chi spacca tutto è Daniele Sepe. Maronnamia! Parte con I fought the law dei Clash e non si ferma più. Anche per lui canzoni di resistenza, suonate e cantate cu lo core e con la tecnica. Potente, potentissimo. Tutto da paura. E piazza della Repubblica è un tripudio. Quasi ballano anche le signore che si erano trovate per sbaglio da queste parti, quelle signore venute solo per l’unico e impareggiabile Tonuccio Corona.
Il re della quadriglia sta invece per cominciare nel piazzale ex Eca. Il colpo d’occhio è importante anche con la band di Sepe ancora al lavoro. Poi una marea si aggiunge alla quadriglia e sarà festa fino a tardi. Per un attimo lo Sponz Fest è quello degli esordi. Quando si stava meglio? No, quando si stava uguale da ‘ste parti. Solo che Calitri adesso attende Kusturica e il concerto finale prima della finalissima all’Abbazia del Goleto domenica sera. Ma alla fine è un successone anche se ci togli Kusturica e Goleto.