Questo Sponz Fest 2017 è proprio una figata, ma io non vedo l’ora che finisca. Troppa vita, troppa musica arte e cultura. Incontri, sorrisi, dinamiche stimolanti, lunghe notti. E’ tutto ciò che l’Alta Irpinia non sarà nei prossimi mesi. Lo Sponz è un’illusione, può creare dipendenza. Un attimo e sarà tutto finito, per un brusco ritorno nella realtà di paesi svuotati. Io mi preparo, così il risveglio sarà meno traumatico…
Terzo giorno, mi avvio a Calitri a metà pomeriggio per fare un’intervista. Molto interessante, esce domani sul Mattino e il soggetto demolisce i valorizzatori a ogni costo. “Non ci prendiamo in giro, non tutti i paesi sopravviveranno“. Prima dell’intervista ho il tempo di seguire i sorteggi Champions, un po’ al mio bar preferito e un po’ sullo smartphone.
Attendo con ansia la composizione dei gironi. Ma l’attesa di tutti è per Erri De Luca, lui la star della giornata. La piazza contiene a fatica chi ascolta. È boom! E scusate, un nome è pur sempre un nome. E spesso puoi ucciderti quanto vuoi con un festival, ma solo i personaggi portano migliaia di persone. Su questo lo Sponz 2017 ha stravinto, aiutato anche da una fama ormai riconosciuta e, perché no, anche dal clima. La quinta edizione è un po’ diversa dalle precedenti, non ho ancora ascoltato Franceschina la Calitrana per esempio. Questa è la notte dei tamburi e delle tarante, da domani c’è roba che fa per me. Venerdì sul palco sale Marc Ribot, chitarra di Tom Waits e David Sylvian tra gli altri. Sabato sarà la volta di Emir Kusturica mentre il terzo concerto all’alba, la mattina del 27, è un tributo a Jeff Buckley. La musica di Jeff invece di Franceschina? Oh sì, che bella la quinta edizione dello Sponz Fest!
Un passo indietro. De Luca Erri ammalia tutti, ironico e incisivo. “Attenzione alle parole, come le ondate migratorie! Ma i flussi migratori rianimano una Nazione con 100mila alunni in meno. Sentiamo parlare di invasione e quelli se ne vanno sono molti di più dei nuovi arrivati. Siamo un paese in via di evasione“. Una lunga riflessione sulle parole e l’alleanza con la musica, quelle che non arriverebbero senza le note. Ma anche la musica come mezzo sublime e superiore, intoccabile. “Se avessi cantato le mie parole al telefono non mi avrebbero incriminato”. l’Europa, Belgrado bombardata e altro. De Luca affronta la plaza con dolcezza, il pubblico risponde col calore. Un abbraccio corale.
Fa caldo a Calitri, questi tizi coi sandali e i pantaloni larghi con motivo anni Settanta la sanno lunga. Ma quanti capelli hanno? Quanta barba? E com’è possibile che allo Sponz i fumatori di sigaro riescano a essere più fastidiosi e numerosi degli ubriaconi che pogano sudati a un concerto metal? Le domande sono dovute all’attesa per gli altri concerti, quelli nelle cantine. Spero per un attimo che abbiano anticipato stasera, ma non è così. Che sciocco che sono, in giro ci sono i gruppi folk e in più punti, come minimo i concerti nelle cantine inizieranno all’una e trentacinque circa. Altra carta vincente dello Sponz 2017 è la decisione di mettere alcuni show in contemporanea. Di sicuro c’è chi avrà pensato “ma così mi perdo le cose, anche quell’altro dovrebbe essere molto interessante…”. Bene, gli auguro di passare ogni sabato weekend in un club di metallari fatti e ubriachi che fumano sigari.
Antonio Infantino guida alla grande i giovani di Tricarico. Un vortice ipnotico, in piazza della Repubblica pulsazioni sonore di tutto rispetto. Potrei farmi travolgere, ma tra poche ore arriva alla stazione di Calitri l’altro De Luca, Vicienzo. Oggi ripassa il treno che si allunga fino a Lioni. Bisognerà pur documentare la mattinata dopo sei anni di battaglie de lu territorio su questa benedetta Avelino-Rocchetta. Va bene così, torno a casa. Non ho benzina, mi sembra ci siano un paio di distributori a Calitri ma voglio uscire dal traffico, seppur ordinato, per andare a rifornirmi a valle. Ottima scelta devo dire. A casa ci arrivo per miracolo…