Sono passati due anni esatti dalla scomparsa di Gianluigi Russo, il giovane di Mercogliano le cui tracce si sono perse nelle montagne. Un mistero che resta ancora irrisolto. Nessuna traccia: nessun bigliettino, nessuna ragione apparente per allontanarsi. Eppure l’allontanamento volontario è l’ipotesi più accreditata. Ed è anche la speranza dei genitori.
Gianluigi uscì di casa in tuta con la sua macchina senza portarsi dietro il telefonino. Sua madre, Anna, tentò di chiamarlo invano. Scattarono le ricerche di forze dell’ordine, unità cinofile e associazioni. Il sindaco Massimiliano Carullo si diede da fare spingendosi personalmente anche a Salerno. E poi le inchieste di Chi l’ha visto?, le varie piste. E ancora le ipotesi più disparate. L’auto fu trovata a Montevergine, non lontano dalla base Nato. Nel corso dei mesi è parlato di tutto, a cominciare da presunte e forse improbabili sette sataniche. Un mistero in piena regola. La speranza dei familiari però è ancora viva.