Sono circa 300 su 1250 i dirigenti scolastici campani che protestano perché vincitori di concorso, ma costretti a lavorare fuori regione. Di questi, una decina risiede in Irpinia. Stanno alzando la loro voce per ottenere attenzione dal Governo e smuovere le acque di una procedura concorsuale datata 2017, che però in tempo di covid sta palesando ulteriormente tutte le sue lacune.
Si autodefiniscono dirigenti invisibili perché sono stati distribuiti in tutta Italia attraverso un algoritmo che non ha tenuto conto di importanti variabili, non specificate nel bando e subentrate a selezione ormai ultimata, che ne hanno stravolto le regole. “A cominciare dai “posti zero” della Campania che, rendendo non esprimibile questa regione, hanno creato un’onda anomala dei dirigenti in essa residenti, i quali, loro malgrado, con una sorta di effetto domino, occupando i posti di altre regioni, hanno costretto altri DS ad andare fuori regione a loro volta”, riferiscono.
“A questa prima distorsione della procedura del concorso, si aggiunge l’abominio che la prima immissione in ruolo, dal 1° settembre 2019, ha portato i primi della graduatoria ad andare fuori regione, a volte anche a oltre 1000 km di distanza, mentre l’anno seguente, a causa dello scorrimento della graduatoria nazionale, i DS in posizione successiva sono riusciti ad avere sedi molto più agevoli e vicine, ed altrettanto avverrà per la terza annualità che vedrà la “coda” della graduatoria entrare nella propria regione, anche in Campania, ribaltando, di fatto, la graduatoria di merito”, continuano i dirigenti.
E il covid ha aggravato la situazione. “Altra anomalia da considerare – spiegano – è infatti legata ai beneficiari della Legge 104/92: non solo non è stata considerata al momento dell’attribuzione della sede per chi non ha avuto la regione di residenza, nemmeno con la Legge 104/92 personale, ma inoltre in fase di richiesta di mutamento di incarico per mobilità interregionale, la possibilità di rientro è stata soggetta alla grande discrezionalità dei Direttori Generali di ogni Ufficio Scolastico Regionale che hanno deciso in modo autonomo se concederla o meno. Occorre tener presente che tutti i DS fuori regione si sono messi a disposizione dello Stato, con alto senso del dovere, lavorando in prima linea con grande professionalità e in un difficilissimo contesto, 7 giorni su 7, h.24, nel pieno dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, lontano da casa, dalle famiglie e in territori completamente diversi dal proprio, spesso nell’impossibilità di rientrare a casa perché in zona rossa o per la conseguente soppressione di treni e aerei”.
Questa mattina in conferenza stampa hanno chiesto una mobilità straordinaria, rispettando l’anno di immissione in ruolo, e la possibilità di valutare il servizio fuori regione come straordinario a causa dell’emergenza pandemica sia per il surplus di lavoro che per il carico emozionale, burnout, tale da consentire il rientro anticipato dei dirigenti fuori regione, derogando al vincolo triennale in ordine all’immissione in ruolo. Infine, hanno come obiettivo l’innalzamento al 100% il tasso della mobilità interregionale. E nel frattempo, il 30 marzo hanno proclamato la “Giornata Della Mobilità Dei Dirigenti Fuori Regione”.