Più riferimenti all’Irpinia nel discorso di Matteo Renzi al Teatro Gesualdo di Avellino, pieno in ogni ordine di posti. Il premier le chiama “chiacchiere in libertà prima del discorso referendum“. Una battuta su Solofra. “Il sindaco mi ha detto che c’è il miglior distretto conciario italiano. Io ho detto eh calma, c’è Scandicci. Poi però ho pensato a un gemellaggio sul settore della moda. Siamo orgogliosi di un fiorentino che però fiorentino non era… Salvatore Ferragamo (origini irpine, ndr)”. Un ricordo di una vecchia Fiorentina-Avellino. Il teatro mugugna perché Renzi ricorda il gol di Antognoni. “Oh è la prima partita che ho visto, poi però abbiamo fatto anche begli accordi con Ramon Diaz“.
Enogastronomia e agroalimentare, il presidente dice di essere in un territorio bellissimo e del resto aveva pranzato a Sorbo Serpico prima dell’incontro istituzionale in Prefettura e prima di dirigersi verso piazza Castello: “Pensate a cosa può essere se facciamo una scommessa sul made in Italy. Pensate a cosa poesia o fare se rottamiamo la cultura del piagnisteo e della lamentela. Il vino ha ancora spazi di crescita“.
Ma nel discorso entrano anche tecnologia e industria 4.0. Tanti gli imprenditori presenti, anche in prima fila. Parla di software il premier, e c’è anche il patron di Acca, Guido Cianciulli. I temi sono tanti. “Vedo molti sindaci e potrei parlare della legge sui piccoli comuni. Che è alla quarta lettura…“. Questo lo dice per ricordare quanto sia lento il meccanismo con l’attuale sistema. “Ci sarà un motivo se non ce l’ha nessuno al mondo. Cosa c’entra la crisi della democrazia. Io voglio attaccare la burocrazia“. Quindi la consultazione del 4 dicembre. “Anche De Mita nel 1992 voleva la riforma“.