“Il Sud è rimasto indietro, la politica ha dimenticato la questione meridionale, è questo il problema capitale che riguarda l’Irpinia e tutte le regioni del Meridione”. Parola dell’ex giudice della Corte Costituzionale e presidente del Centro di Ricerca Guido Dorso, Sabino Cassese, intervenuto nel corso del seminario dedicato a “Il futuro dell’Irpinia: ricerca e internazionalizzazione”.
“Come ha sempre sostenuto Dorso – ha spiegato – è necessario conoscere i luoghi per poi agire con le collettività locali. Tutti gli indicatori economici ci dicono che c’è ancora una questione Meridionale da affrontare in un contesto sfavorevole che è quello del declino dell’economia italiana”. E ancora: “Prendiamo esempio da altre regione e zone d’Italia in modo da imparare le lezioni dagli altri. In pratica dobbiamo far vedere quanto siamo bravi come irpini, ma anche quanto si impara da altre esperienze“. Abbandonando le lamentazioni perché “un settimo della produzione irpina è destinato all’export, il che è segno di grande successo”.
In sala gli ex ministri Maria Chiara Carrozza e Luigi Nicolais. Presenti anche il Presidente della Camera di Commercio di Avellino Costantino Capone, l’assessore alla Cultura Nunzio Cignarella, il presidente della Provincia Domenico Gambacorta, il presidente dell’Alto Calore Lello De Stefano, il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Rosanna Repole, il sindaco di Fontanarosa Flavio Petroccione, il presidente del Teatro Luca Cipriano, Luigi Fiorentino vice presidente del Centro Guido Dorso e diversi autorevoli relatori delle principali realtà irpine.
“Al di là che ci sia o meno un ministro per il Sud – ha dichiarato l’ex ministro Carrozza – mi auguro che il Governo Renzi sappia mettere al primo posto la priorità del Sud tenendo conto che il Paese si salva tutto altrimenti non si salva nessuno”. Per il presidente del CNR Luigi Nicolais invece: “In Italia e in Irpinia abbiamo fortemente bisogno di una reindustrializzazione, il punto principale è capire che, come dopo la guerra abbiamo avviato un processo di industrializzazione passando da un’economia agraria a una industriale, oggi abbiamo bisogno di modificare sostanzialmente le nostre imprese capaci di innovare e di competere in un sistema globale”.
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO A SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
Doppio appuntamento per Sabino Cassese, che all’Abbazia del Goleto si racconta nel pomeriggio attraverso le pagine del suo libro. «Dentro la Corte, diario di un giudice costituzionale» edito da Il Mulino. Nove anni all’interno del Palazzo, nei quali ha affrontato le vicende più spinose della storia recente del Paese. Dalla legge Cirielli al caso Abu Omar, dal lodo Alfano al conflitto tra la Presidenza della Repubblica e la Procura di Palermo. E ancora il caso Englaro, la norma sulla fecondazione assistita. «Un libro singolare dal punto di vista dello stile – spiega il giudice emerito -. È un diario vero scritto in nove anni. Riportavo annotazioni due volte a settimana. Ho scritto quello che accadeva in una Istituzione poco conosciuta perché connotata dal segreto più assoluto. Nella Camera di Consiglio – qui il racconto di Cassese si fa appassionante – si prendono quelle decisioni caratterizzate da un segreto che è per sempre. Non c’è alcuna verbalizzazione. I giudici costituzionali fanno cadere delle leggi discusse magari per tre anni e nulla si sa al di fuori della sentenza che viene resa nota. Ma la Corte è garanzia di tenuta dello Stato nel lungo periodo e vi assicuro che non esistono maggioranze politiche: solo un humus culturale».