A Torella si torna alle urne per eleggere il sindaco dopo mesi di commissariamento. L’esperienza di Michele Mancuso è finita molto prima del tempo. Soltanto un anno e mezzo di governo a causa della rottura con gli esponenti di Torella in Movimento, gruppo vicino ai Cinque Stelle che non aveva gradito un avvicinamento del primo cittadino al Pd e che aveva criticato la mancanza di collegialità nelle scelte. “Una vittoria dei giovani e di un’idea di rinnovamento“, disse Mancuso dopo la sua vittoria nel 2014. Quel feeling con alcuni giovani si è decisamente spezzato.
Nel 2014 si presentarono in tre. Mancuso, Angelantonio Minetti per l’area centrista e l’uscente Arcangelo Lodise vicino al Pd. Quest’ultimo arrivò terzo. Fu una campagna elettorale accesa, fin troppo: addirittura una maxi-rissa risse durante un comizio. Con un quadro del genere era facile prevedere altre scintille per la campagna elettorale 2016. E invece nelle ultime settimane ci sono state varie riunioni per cercare di “pacificare” il paese e per dare a questo una maggioranza condivisa, nei limiti. A condurre il la partita è l’Udc, che punterebbe al momento su Angelantonio Minetti e che sta cercando una soluzione condivisa con il Pd. Ruota tutto intorno a queste due forze, perché il gruppo di Torella in Movimento non sembra più intenzionato a riproporsi.
Tutto facile? Non proprio. Se l’Udc non convince i dem sul nome di Minetti, il Pd potrebbe contrapporsi con un nome storico, e l’indicazione potrebbe cadere sull’ex sindaco Angelo Marciano. In alternativa lo stesso Mancuso sarebbe più quotato di Lodise. In questo contesto nessuno spazio per una terza lista. Al contrario è invece possibile che con un accordo tra centristi e democratici si arrivi a una civetta. Molto dipenderà dalla linea che i due partiti intendono prendere in provincia e in particolare in Alta Irpinia. Altrove si registrano segnali di sinergia.