Crediti non riscossi e una gestione superficiale che ha portato l’Alto Calore Servizi sull’orlo del fallimento. A pochi giorni dall’approvazione del piano di risanamento dell’ente di Corso Europa che fornisce 125 Comuni tra Irpinia e Sannio, piano che contempla una ricapitalizzazione per 25 milioni di euro in tre anni a carico dei soci Acs, la Corte dei Conti ha depositato tredici citazioni in giudizio per altrettanti ex amministratori ed ex dirigenti dell’azienda.
Dovranno comparire di fronte alla magistratura contabile per rispondere di un danno erariale per 12 milioni di euro: l’ex assessore regionale e presidente dell’Alto Calore Francesco D’Ercole, il suo vice Eugenio Abate, i consiglieri di amministrazione Fernando Errico, Maria Pastore, Pellegrino Vassallo e Floriana Panza. E ancora: il direttore generale Edoardo Di Gennaro, i dirigenti Francesco Gallo, Oreste Montano, Antonio Spiniello, Ilario Spiniello, Gennaro Santamaria e Attilio Santoro. I fatti contestati vanno dal 2008 al 2015.
Archiviate invece, sulla base delle controdeduzioni presentate, le posizioni dell’ex presidente dell’Alto Calore Raffaello De Stefano, del dirigente e sindaco di Altavilla Irpina Mario Vanni e della dirigente Maria Lucia Chiavelli.
Le indagini della Corte dei Conti e la Guardia di finanza di Avellino hanno riguardato in tre anni la mancata riscossione di circa 6mila bollette.