Apre i battenti a Nusco, nell’area industriale Asi, la Alluminio Italia. Nasce dalle ceneri della ex Rifometal. La neonata fabbrica è il frutto della collaborazione tra due imprenditori: l’irpino Giuseppe Martinelli e il bergamasco Olivo Foglieni, presidente del gruppo Fecs, tra i leader europei del riciclo di materiali ferrosi e della produzione di alluminio con i 350 milioni di fatturato, 500 dipendenti e 8 stabilimenti. A breve partiranno le assunzioni anche in Irpinia.
Foglieni si presenta: “Sono figlio di contadini, e posso dire che con le persone giuste ed etica esiste anche il sogno italiano. Non soltanto quello americano. Da Bologna a Caltanisetta non esiste un impianto del genere. Andiamo sulla luna quindi possiamo anche produrre nel rispetto dell’ambiente“.
Ma il vicepresidente degli industriali bergamaschi dice: “Nusco è strategico. Abbiamo Salerno e Bari da una parte e l’altra. Noi vogliamo parlare al mercato non solo europeo. Qui a 2-300 km di distanza c’è l’Ilva che produrrà 6 milioni di tonnellate di acciaio nei prossimi anni, nel quale servono però 40mila tonnellate di alluminio. Poi c’è la Sirpress che utilizza alluminio. Vogliamo fare sinergia. Non voglio fare un distretto, ma qualcosa di propedeutico unendo le aziende nelle ricerche. Abbiamo chiesto alle banche 4 milioni di finanziamento, ce ne hanno dati 5. Mai successo, neppure a Bergamo. Qui ho trovato uomini che se stringono la mano mantengono la parola“, rivela.
Ciriaco De Mita: “Pensavo di non venire stamattina. I tentativi che si fanno non sempre riescono. Pensavo che fosse un’iniziativa incerta. La solennità dell’avvio non conoscendo il percorso mi rendeva dubbioso. Ho assistito anche a progetti senza risultato. Lei però non ha indicato un risultato. Ha spiegato come farlo e quindi ora mi sono rasserenato. Lei rischia di suo”, dice a Foglieni il sindaco di Nusco. In sala sindacati, sindaci e il presidente di Confindustria Avellino Giuseppe Bruno.
A loro si rivolge l’ex numero uno della Democrazia Cristiana: “Si è accumulata insoddisfazione a Nusco e dintorni perché investire in industria che negli anni Ottanta era osceno, oggi è cosa conveniente. Oggi la gente è più disponibile a impegnarsi in fabbrica, pure troppo. Si crede ci sia solo quella via. Se si potesse ora immaginare una forma di solidarietà tra impresa, territorio e sindacato, si genererebbe una positiva accoglienza, ne sono certo. E la invito a venire più spesso. Perché se la popolazione che vive con disagio il post terremoto incontra chi come lei infonde speranza, i rapporti umani verrebbero recuperati“.
Giuseppe Martinelli sottolinea: “Foglieni era l’unico imprenditore col know how utile al benessere di questa comunità. Non so ancora chi ha scelto chi. Abbiamo subordinato l’inizio attività a un preventivo piano di investimenti. Siamo consapevoli che in questo tempo le aziende non hanno un adeguato sostegno dal pubblico e perciò non lo abbiamo chiesto. Siamo passati da un fitto ramo di azienda a un acquisto“. Poi aggiunge: “L’ambiente è una priorità. Saremmo degli avventurieri se aprissimo un’azienda senza tutele. Inquinamento non è solo il fumo, ma pure spreco di energia. Ma solo sulla depurazione dei fumi abbiamo messo 300mila euro“.