Cominciano gli attacchi nella campagna elettorale di Caposele. Doppio comizio nella stessa serata. Parte la Primavera Caposele con Lorenzo Melillo. “Orgoglioso della mia squadra per far rifiorire il nostro paese“, è la sintesi dei primi minuti. Ma subito gli avversari nel mirino. “Il nostro programma non è un riassunto di luoghi comuni scritto all’ultimo. Se poi ti chiami Caposele Risorge stai dicendo che il paese è morto. E nella fretta dell’ultimo minuto non hanno ancora avuto il tempo di accordarsi sul nome – dice con riferimento alla comunicazione della lista di Luigi Casale – figuriamoci sul programma. Loro sono in un stato evidente di confusione“. Ma su una cosa si dice d’accordo. “Caposele vive una condizione di mortificazione”. Casale “assente e disinteressato nel passato“, osserva ancora Melillo. “E invece il nostro impegno non nasce oggi, viene da lontano. E’ un percorso svolto insieme ad associazioni, circoli. Sempre tra la gente”.
Si passa alle cose pratiche. “Ci devono spiegare come vogliono far rispettare le regole se non è stato fatto in passato“. Turismo e sorveglianza i temi. “Io ho necessità di amministrare un paese sicuro. Voglio un paese più controllato, ci accorderemo con gli altri paesi. Ma intanto un paese turistico non può permettersi di dire non me lo aspettavo quando Caposele è stata travolta da un flusso di persone che non è stato gestito“. E ancora: “Le contrade sono in stato di abbandono. Ma noi vogliamo darvi una visione politica. Nessuna promessa di posti di lavoro però. Nessun contratto in tasca. Ma vogliamo che Caposele sia punto di riferimento tra Alta Irpinia e Valle del Sele“. Di giovani e sportello Europa aveva parlato Giovanni Viscardi. Lele Grasso si è soffermato sull’ambiente, premendo sulla necessità di un monitoraggio su acqua e montagne. Armando Sturchio soprattutto sulla comunicazione e la trasparenza della macchina comunale.