Due buone notizie per l’Alta Irpinia, in particolare per la riattivazione della ferrovia. La prima è che la Fondazione Fs ha annunciato lavori in corso: “Effettuati a cura di Rfi i primi lavori di decespugliamento lungo il tratto iniziale della “Ferrovia del De Sanctis”. Su input della Fondazione Fs – hanno annunciato su Facebook – consentiranno di effettuare i primi sopralluoghi sui binari. Presto ad Avellino la presentazione del progetto di riapertura a scopi turistici nell’ambito di “Binari senza tempo”. Sono dunque partiti gli interventi di pulizia e diserbo lungo i primi 5 km della Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, utili per l’effettuazione di sopralluoghi tecnici sulla linea previsti a maggio con la presenza del Direttore della Fondazione FS. Questi lavori saranno propedeutici alla redazione del programma di possibile riutilizzo turistico della ferrovia irpina che vede il coordinamento della nuova iniziativa a cura della Fondazione FS, con il supporto tecnico di RFI e segue le intenzioni manifestate dalle Istituzioni regionali e locali”.
Poi dopo poche ore arriva l’annuncio di Vinicio Capossela, che presenterà il 7 maggio il suo nuovo disco proprio sui binari. Ore 16.30, stazione “sospesa” di Conza-Andretta-Cairano. “A fare da battesimale a questo doppio disco tra queste terre nato e cresciuto per 13 anni, abbiamo pensato a un luogo che unisce diversi paesi, in cui ugualmente affondano le radici di questi canti – scrive il cantautore -. Abbiamo pensato alla stazione di Conza-Andretta-Cairano, per rinnovare l’attenzione sulla linea ferroviaria tecnicamente sospesa e per ricordarci che la ferrovia ha unito le genti più ancora che separarle. E poi perché a conclusione di questi solchi c’è un brano che si chiama “Il treno”. Il treno che come un uccello è arrivato, ha aperto le ali e si è inghiottito i cristiani. Queste “Canzoni della Cupa” sono un po’ come quei binari, hanno ancora dentro l’eco delle genti e rinnovano il sogno del treno, incarnazione di quel senso dell’avventura che accompagna e incendia le nostre esistenze. Il luogo è tecnicamente sospeso, ma praticamente abbandonato. A noi sta restituirlo all’uso, trasformare il vuoto in risorsa anziché degrado. A questo siamo necessari. Per questo vi invitiamo di nuovo sul luogo del delitto degli scorsi Sponz Fest: questa stazione così bella e così difficile, come la terra sulla quale ha imbullonato i binari, nella convinzione che c’è un premio alla scomodità e alla fatica di arrivarci. L’identità spesso si realizza nei luoghi costruiti per negarla. Le stazioni sono tra questi. Il premio è in quel ritrovamento di parti di noi stessi che pensiamo tecnicamente sospese. Vi aspettiamo, sabato 7 maggio, pronti a riempire il vuoto di tutto quello che avete da metterci“.