‘Un convegno con esperti e un dossier che illustri le tesi in favore delle ricerche di petrolio. Immaginiamo un confronto sereno, in cui tutti possano argomentare le proprie ragioni, al termine del quali usciremo con un dossier che sia uno spunto di riflessione importante per la valutazione delle scelte”.
Queste le parole di Sabino Morano, dell’associazione Primavera Irpinia, ai microfoni di Piuenne. Il fronte Sì Triv inizia dunque a muoversi. E nel corso del telegiornale condotto da Amedeo Picariello rilancia: “Fino ad ora – spiega Morano – il dibattito è stato monopolizzato dai No Triv. Rischi sovrastimati. L’approccio del fronte del No appartiene a versioni di cinema apocalittico. In nessun posto dove si trivella è successo un granché’.
Parole che potrebbero far discutere, anche se dopo l’uscita del manifesto Sì Triv non si sono registrate reazioni ufficiali da parte dei vari comitati contro le perforazioni. E’ presto probabilmente. La battaglia non è ancora entrata nel vivo. In primo luogo la possibilità del referendum, recentemente chiesto da più consigli regionali, dovrà prima essere valutata. Una volta ottenuto l’ok, che in realtà appare scontato, i cittadini saranno chiamati a scegliere tra il sì e il no a una parte del decreto Sblocca Italia: quella parte che porta le decisioni sulla materia esclusivamente a Roma.
Tecnicamente non un referendum contro o a favore del petrolio. Ma l’Irpinia si prepara a una consultazione importante, fondamentale, a prescindere dal quorum e dai risultati su scala nazionale. In pratica verrà data la parola al popolo dopo le prese di posizione No Triv di sindaci e di gran parte della politica (almeno a parole). Un referendum che diventa per certi versi ideologico. Ambiente e turismo da una parte, trivellazioni dall’altra. La sensazione è che per il momento l’Irpinia abbia scelto la prima strada. Ma quella che porta al referendum è molto lunga.