“L’olio in Irpinia può essere un volano di sviluppo agricolo ed economico. Per il momento il comparto ha potenzialità inespresse, ma i margini per migliorare sono enormi“. Roberto Mazzei, consulente in agricoltura, è stato eletto direttore regionale dell’Aprol la settimana scorsa. L’associazione dei produttori olivicoli vanta in Campania ben 19mila aziende. Si occupa di assistenza e formazione tra l’altro. E sviluppa progetti di finanziamento per aiutare i produttori nella gestione e nell’acquisto di nuovi impianti.
“Intanto sono ovviamente felice per il nuovo incarico – spiega Mazzei -. Così continuerò a dare una mano al territorio, farò politica in un settore e non in un partito – aggiunge sorridendo -. Molte aziende scelgono di mettersi in gioco e con Aprol avranno una possibilità in più di proiettarsi verso il futuro“. Mazzei ha contributo alla fase di startup di Carmasciando e Fattoria Rosabella. Un prodotto caseario e una realtà turistica di appeal regionale, come minimo. “L’olio è una sfida interessante”, dice.
Il quadro in Irpinia.“Dopo annate non esaltanti, quest’anno si può finalmente parlare di buona produzione in provincia a livello quantitativo“, sottolinea Mazzei. “Ma l’Irpinia dell’olio può offrire molto di più. Raramente le aziende risultano esclusivamente olivicole. C’è una forte frammentazione. Eppure tutto il territorio sul versante Ufita ha una vocazione importante per la pianta. Il punto è che, senza voler essere polemico, su molti territori su coltivano cereali che hanno una bassa remunerazione rispetto all’ulivo. Il territorio non ha mai realmente creduto all’olio“.
La riconversione agricola è una strada, ma non è l’unica. “Oggi per fare il salto è necessario un approccio di tipo 4.0. intelligenza artificiale per sfidare i cambiamenti climatici. Faccio un esempio. Qui mancano quasi ovunque le capannine metereologiche che comunichino il rischio. È un discorso generale, può valere anche per il vino. Ma in un comparto ancora embrionale come quello olivicolo, dove la promozione è pressoché assente, dove non c’è un’offerta mirata e tecniche di coltivazione standardizzate, vale ancora di più“. Agricoltura. Aprol è legata a Coldiretti. “E devo ringraziare il direttore Loffreda e il presidente regionale Acampora che sosterranno ogni passo“, chiude Mazzei.