Prima il ponte di Parolise sull’Ofantina, ora ponte Massaro sulla vecchia Ofantina. Le principali arterie del traffico provinciale, sul versante est, sono entrambe bloccate da cantieri e lavori di messa in sicurezza. Irpinia spaccata in due, Alta Irpinia lasciata un po’ più sola con i tempi di percorrenza tra i paesi e il capoluogo dilatati anche di un quarto d’ora. La notizia della chiusura di ponte Massaro a Castelfranci, fino a fine gennaio, si è diffusa venerdì. A Parolise invece è dall’inizio dell’estate che la circolazione è interrotta e deviata per diversi chilometri, per effetto della demolizione parziale (i piloni sono ancora in piedi) del viadotto.
In tutta la provincia poi, dopo la tragedia di ponte Morandi a Genova, sono diverse le infrastrutture sulle quali insistono cantieri o restringimenti di carreggiata: Sperone, Grottaminarda, Avellino est. Solo per citarne alcune. In molto casi è Autostrade per l’Italia a essere corsa ai ripari per tutelarsi, ancora prima che per tutelare gli automobilisti. In altri, gli interventi portano la firma di Anas, come a Parolise dove il cantiere si sarebbe dovuto concludere entro febbraio. In un primo tempo si è era ipotizzato addirittura dicembre. Ma i lavori procedono a rilento, potremmo pure dire che non procedono affatto. Il viadotto è un gigante menomato che guarda dall’alto in basso le auto che, tra le serpentine della viabilità provinciale e urbana di Parolise e San Potito Ultra, imperterrite raggiungono Avellino e l’Alta Irpinia, a migliaia, ogni giorno.
Lunedì il capo della segreteria tecnica del ministero per le Infrastrutture è intervenuto, ad Avellino, a una riunione con il Genio civile, Anas e il delegato della Prefettura, in cui si è stabilito che i tecnici Anas debbano inviare alcune integrazioni alla documentazione già presentata in modo da evitare ulteriori ritardi e garantire la ripresa dei lavori subito dopo le festività, o comunque entro gennaio 2019. Da parte sua il Genio civile ha assicurato la massima celerità nel valutare le integrazioni.
Ripresa dei lavori, sottolineiamo, e non fine del cantiere. Intanto, siamo a metà dicembre e siamo in Irpinia, dove solitamente d’inverno nevica e ghiaccia e le nevicate, guarda caso, spesso riguardano proprio quel pezzo di provincia che sta a Oriente, e proprio quell’Ofantina sulla quale solitamente tir e auto restano bloccati sui vari saliscendi. Oltre alla burocrazia, i ponti irpini dovranno combattere le condizioni climatiche. Sarà un lungo inverno al quale, visti i ritardi nell’esecuzione dei lavori, speriamo che almeno ci si stia preparando adeguatamente per assicurare strade pulite e transitabili.