Dal terremoto del 24 agosto 2016 l’Italia ha tremato altre 93.000 volte. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2. “L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Lo afferma Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise.
Delle problematiche connesse alla prevenzione e al ruolo dei geologi si parlerà in una conferenza stampa indetta dall’Ordine dei Geologi del Molise il prossimo 28 agosto presso la Provincia di Campobasso alle ore 11:00, nel corso della quale i geologi spiegheranno anche i motivi del ricorso al TAR avverso la nuova normativa NTC 2018, promosso da 13 regioni italiane oltre allo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi, alla presenza dei Presidenti degli Ordini Regionali delle regioni su riportate e del Segretario Nazionale e del Tesoriere del Consiglio Nazionale Arcangelo Francesco Violo e Domenico Angelone.
“Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione, – prosegue Angelone – i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un’intera generazione dalla comunità di San Giuliano di Puglia. Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità”. Per questo motivo, per il tesoriere del CNG, si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell’emergenza, passando per un’oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti.