Il Tar accoglie parzialmente il ricorso di Angelo D’Agostino, l’avversario di Rino Buonopane alle elezioni provinciali dello scorso dicembre; e le irregolarità riscontrate dai giudici amministrativi porteranno ad una nuova elezione. Si rivoterà solo per il presidente e saranno chiamati alle urne soltanto i sindaci e i consiglieri delle fasce B e D (in questi fasce sono emerse le anomalie). Quindi al voto gli amministratori dei comuni tra i 3mila e i 5mila abitanti e quelli dei comuni superiori a 10mila abitanti.
Si tratta di una pronuncia che in Italia non avrebbe precedenti. Tre le strade prima del pronunciamento. Buonopane resta presidente, si torna al voto, D’Agostino nuovo presidente. C’è la seconda quindi, mentre si attende l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato da parte di Buonopane.
Nulla si sa riguardo alla data per le nuove elezioni, ma gli atti compiuti fino ad ora dal sindaco di Montella a Palazzo Caracciolo resterebbe legittimi. A dicembre il candidato del Pd ottenne 47.980 punti, pari al 50,05%. Vittoria al fotofinish, con schede contestate e con due voti arrivati da amministratori che a detta di D’Agostino e dei suoi (e oggi del Tar) non avrebbero potuto esprimere una preferenza perché fuori provincia (Bianchino di Montoro) o fuori regione (Campana di Calitri). Ovviamente non essendo possibile stabilire per chi abbiano votato i due (ma c’è anche l’episodio delle 3 schede per l’elezione del presidente trovate nell’urna dei consiglieri) il Tar ha in pratica disposto la nuova elezione. In un passaggio della sentenza si legge infatti: “Tenuto conto dell’esiguo scarto di voti ponderati registrati tra i candidati, l’ipotetico annullamento dei voti espressi dai citati consiglieri sarebbe suscettibile di incidere in modo determinante sul risultato elettorale”,