Dalla voce profonda, cantante e narrante, di David Riondino alla comicità accessibile a tutti di Ettore Bassi. La 41esima edizione della Rassegna teatrale di Sant’Andrea di Conza, venerdì 10 e sabato 11 agosto, è partita con buoni auspici. Sotto un cielo che nelle ore pomeridiane ha più volte minacciato pioggia e che in serata si è aperto per fare spazio alle stelle, il piccolo centro altirpino si è trasformato come di consueto in estate nel luogo per eccellenza della cultura a queste latitudini. Lo chiamano “teatro decentrato”.
Non è stata casuale la sottolineatura di Riondino in apertura del suo “Bocca baciata non perde ventura”, spettacolo ispirato alle novelle di Boccaccio nel Decarone. “Siamo in uno scenario davvero particolare, con la presenza di tre teatri nel giro di pochi metri”, ha osservato. Il poliedrico artista toscano era già stato da queste parti in passato, ospite ad esempio dello SponzFest. Probabilmente ci ritornerà, o almeno così lascia ben sperare il suo entusiasmo a fine serata. Potrebbero nascere altri progetti, potrebbe la sua apparizione nel Giardino dell’Episcopio essere preludio di ben altre occasioni d’incontro.
Davanti a lui, accompagnato dalla chitarra di Paolo Antinori, una platea silenziosa, riflessiva, accomodata con rispetto in uno spazio intimo in cui godere al meglio della voce raffinata dell’artista e delle sue ballate con protagoniste le donne, da Madonna Filippa alla principessa Alatiel passando per il falco di Federico degli Alberighi che commenta la sua triste sorte post mortem.
Platea molto più numerosa invece per Ettore Bassi, Massimo Boncompagni, Jacopo Costantini e Ludovico Rohl. Per loro dal Giardino ci si è spostati al palcoscenico del teatro dell’Episcopio. “Pseudolo”, adattamento della commedia di Plauto, ha flirtato con il pubblico, chiedendogli di entrare in scena, di partecipare alla storia. Anche solo con la risata. Come quella strappata dalla comparsa sullo sfondo dello scomodo personaggio della morte, con la sua falce in mano. Da queste parti “lu faucion” rappresenta invece la vita, rappresenta un gruppo di persone che stanno provando a tenere viva la comunità facendosi spalla, pungolo o sostegno al sindaco D’Angola e all’amministrazione comunale.
Un paese da circa 1800 anime. 1800 audaci che ogni anno restano fedeli a se stessi. Non si trovano bancarelle o street food nei vicoli di Sant’Andrea nei giorni della rassegna, non arrivano neppure le masse e forse da queste parti neppure le cercano. Protagonista assoluto è il teatro, nelle sue forme più varie. La Rassegna promette ancora emozioni, per pubblici ogni volta diversi e aficionados: il 14 con il Pirandello di Enrico Lo Verso, il 16 con Mariangela D’Abbraccio. Poi il testimone sarà lasciato alla Festa del libro e, magari, l’audacia potrebbe ispirare qualcosa di buono in inverno.